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Scrittrice messinese, residente a Palermo,
Gabriella Frenna presenta qui una silloge di cinquanta poesie in lingua
italiana, con traduzione a fronte in inglese a cura di Renza Agnelli e con
breve prefazione di Giovanni Campisi.
Il testo delle poesie vuol essere, in linea di massima,
amorevole omaggio alle produzioni artistiche del padre dell'autrice, il noto
maestro di mosaico Michele Frenna, del quale vengono altresì riprodotte e
commentate alcune opere musive.
L'"arcano splendore" del mare di Sicilia, dai
trasparenti fondali, il fascino della terra e degli spazi infiniti che ci
circondano costituiscono ulteriori tematiche care all'autrice, che,
dall'osservazione e dalla descrizione delle bellezze naturali, riesce a
proiettare il suo pensiero verso la sfera soprannaturale, verso il mistero
del divino, con un candore e una purezza quasi infantili e una tensione metafisica altamente accentuata.
L'impalcatura strutturale dei testi poetici è semplice e ne consente una
lettura piana e subitanea e un'immediata penetrazione.
Il linguaggio è altrettanto comprensibile, per cui
l'iter comunicativo è genuino e palese, così come intensamente evidenti e
persuasivi si rivelano l'amore per la famiglia e per la terra d'origine,
l'apprezzamento incondizionato per l'arte e la volontà di cogliere e di
riferire, in totale semplicità d'intenti, tutte le arcane vibrazioni
dell'anima e le percezioni che la vita stessa concede all'umano intendere.
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Recensione |
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