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E', questa, una
delicata e al tempo stesso realistica narrazione di esperienze scolastiche e di
vita concrete, messe in atto da una maestra elementare. Elda Boselli viene
inviata, negli anni Trenta, dalla provincia di Mantova fin nelle terre dell'Alto
Adige (assegnate all'Italia dopo il Trattato di St. Germain), per favorire
l'integrazione delle popolazioni locali, mediante l'insegnamento della lingua
italiana e l'invito pressante a collaborare con il regime del tempo. Compito
certamente non facile, proprio per l'ostilità che gli abitanti del Sud-Tirolo
nutrivano, allora, nei confronti degli italiani, considerati invasori, e per il
complesso clima socio-politico nel periodo tra le due guerre. L'insegnante,
giovane ma molto determinata e prettamente serena nonostante le difficoltà
quotidiane riesce non solo ad adattarsi alle situazioni più gravose ma anche a
conquistare il cuore degli alunni e delle loro famiglie, all'inizio nettamente
ostili nei confronti di qualsiasi forma d'apprendimento della nostra lingua e
della nostra cultura.
Le vicende,
veramente accadute e qui documentate non solo dalle reali confidenze offerte
dalla stessa insegnante all'autrice, ma anche da serie testimonianze scritte e
fotografiche, si dispiegano l'una dopo l'altra con docilità e con misura,
riuscendo a coinvolgere in maniera attraente e positiva il lettore e sapendone
mettere in evidenza la completa e perfetta adesione agli stati emozionali della
protagonista: ora dinamicamente coinvolta nella risoluzione di problemi pratici
di notevole urgenza, ora intenta a chiarire a se stessa sentimenti profondi e
tumultuanti nel cuore, ora attratta sensibilmente dalla bellezza della natura e
dal fascino dei paesaggi alpini.
Luciana Chittero
Villani, laureata in pedagogia e insegnante presso Istituti Statali Superiori,
dimostra di conoscere perfettamente il mondo della scuola e ne sviscera qui i
pregi e i difetti in riferimento al periodo descritto: periodo in cui i docenti
incaricati dovevano agire quasi di testa loro, fidando nell'inventiva e nella
creatività personali, senza l'ausilio di materiale didattico alcuno, senza
finanziamenti pubblici, in ambienti a volte malsani e privi d'ogni confort. La
scrittrice, bene interpretando ogni disagio scolastico e, insieme, ogni passione
che all'insegnamento si riferisca, tende appositamente a sottolineare che
quest'ultimo, pur richiedendo profonda e costante preparazione professionale, è
e rimane essenzialmente un'arte e che l'amore può compiere veri e propri
miracoli.
L'analisi
psicologica riguardante il personaggio principale è, dunque, perfettamente
mirata e strutturata; la componente storica filtrata con saggezza e con
rispetto; l'aderenza al mondo popolare e contadino e alle atmosfere del tempo ogni volta,
attentamente interpretata e palesemente espressa.
Ottima è
l'alternanza tra la parte narrativa, quella descrittiva e quella biografica,
armonizzate tra loro in una prosa limpida, trasparente, essenziale, priva di
inutili sovrastrutture. Armoniosa è l'unità di contenuto e di forma, accurata la
sintesi che sa ricomporre gli elementi rievocativi del passato in una visione
molto serena della vita, pur nelle difficili e dure situazioni evidenziate.
Il linguaggio
sciolto e antiretorico, l'uso ineccepibile della sintassi (così come della
logica delle strutture linguistiche in genere), l'attenzione costante per
l'universalità dei sentimenti, le immagini poste al termine e rievocanti luoghi
e persone in rapporto al passato e al presente e lo stesso titolo, tratto dal
testo di un telegramma con il quale un giovane altoatesino esprime il suo amore
per la maestrina, fanno di questo libro (già vincitore del Premio "Autori da
scoprire") un'opera dal tono aggraziato e felice, che riesce a rimanere nel
cuore di chi la legge e, al tempo stesso, mira a tessere sottilmente la
radiografia pacata di un periodo storico del tutto particolare e di condizioni
sociali che, oggi, appaiono assurde e quasi incomprensibili ma che, tuttavia,
hanno caratterizzato generazioni temporalmente non molto distanti da noi.
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Recensione |
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