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Il titolo di questa pubblicazione è di per sé significativo: si tratta qui di un rapido, essenziale
excursus esplorativo concernente le chiesette del Cadore,
immerse nel silenzio e nella solennità dei monti, chiese che sovente rievocano
quell'estremo bisogno di raccoglimento e d'interiorità dell'uomo che spesso
emerge dalle burrascose e tumultuanti vicende della vita contemporanea.
L'autore, Antonio Chiades, laureato in filosofia presso l'Università di Venezia
e autore di saggi e di altre opere pubblicate nell'arco temporale che si
estende dal 1984 ad oggi, descrive, con grande delicatezza e attenzione, dodici
luoghi sacri sparsi tra i monti (e qui ben raffigurati dai preziosi disegni di
Franco Losso) e ne sottolinea la struttura architettonica, lo stile, il contesto
ambientale e abitativo, le decorazioni interne, gli affreschi, i reliquiari, le
statue, i dipinti presenti, in una sintesi conoscitiva di tutto rispetto e
attraverso citazioni di documenti storici e diligente cronologia dei fatti. Per
ogni chiesa, dunque, si delineano accenni a costruzione originaria e a
successivi restauri, narrazione relativa alla vita dei Santi cui essa e
dedicata, testimonianze vane di devozioni paesane, esposizione di eventi
prodigiosi ad essa legati e di guarigioni tramandate: visioni d'insieme della
fervente religiosità d'un tempo.
Tulle le descrizioni sono avvalorate non solo da documenti storici e da ricerche
dovute a tesi di laurea citate al termine del libro, ma anche e soprattutto da
quell'atmosfera di affascinante spiritualità che si sprigiona chiara dall'animo
dell'autore e che, dominando in tutta l'esposizione, conferisce al testo
assoluta freschezza e viva sincerità espressiva.
E' uno studio "per l'uomo" (come viene giustamente sottolineato nella
presentazione dagli Assessori della Provincia di Belluno, Daniela Templari e
Matteo Toscani) "proiettato alla ricerca dell'Assoluto, del volto di Dio,
sospeso come tra l'estasi della bellezza naturale e il desiderio, tutto e solo
umano, di trascenderla".
Ogni chiesa racconta Dio, ma queste, piccole e disperse tra valli e rilievi,
aperte all'infinito, sanno certamente entrare nell'intimo dell'animo, per liberarne gli affanni e ricondurre l'essere a quell'"antico implorare" che
dovrebbe ancora oggi richiamare al tangibile senso d'una fede primitiva
equilibrata, libera da infruttuose incrostazioni terrene.
Bella
testimonianza, dunque, artistica e religiosa insieme, che può risultare di
valido aiuto culturale e spirituale non solo per la popolazione del luogo, ma
anche per chi volesse, in vacanza come Papa Benedetto XVI a Lorenzago o in
piccola escursione voluta, trovare momenti d'intenso e vero ripiegamento
interiore.
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Recensione |
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