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In occasione del
Salone del Libro di Torino 2017
Giovedì 18 maggio 2017
Poesie 2009-2016
Giuliano Landolfi Editore,
Borgomanero 2016, pp. 252

Presentazione a cura dell'autore
“Sette
anni di poesia. Mitico numero il sette, numero certamente da sottolineare per
ripercorrere a ritroso ogni angolo, ogni possibile recesso. Sette elementi
possono essere posti in risalto delle dodici opere che compongono il lavoro
poetico svolto.
1. La copertina del libro riporta la foto di un graffito disegnato a
Firenze, nel quartiere che sorge nella zona dietro alle luci di via Tornabuoni,
all’angolo di via del Limbo e via del Purgatorio. Affascinante ed emblematico.
Un uomo, un piccolo uomo s’inerpica dal basso (dalla fogna?) per il muro della
casa, afferra per il filo un palloncino rosso, raggiunge il bordo di una
finestra, scura, aperta chissà su quale mondo, su quali mondi.
2. E’ il cuore della città, delle città di oggi, viste in maniera
serrata, concisa – con il respiro, si può dire, del Bolero di Maurice Ravel
–
dal versante dei “nonluoghi”, per i quali Marc Augè afferma: “E’ nell’anonimato
del non luogo che si prova in solitudine la comunanza dei destini umani.” La
poesia si muove alla scoperta dei diversi spazi della città (stazioni,
aeroporti, periferie, ospedali …) e ricerca nell’anomia degli sguardi, tratti di
umanità, di dolcezza, di tenerezza.
3. Un passaggio importante, oltre gli aspetti fenomenici della vita,
riguarda il mondo dei miti, della mitologia classica, assunta come strumento di
lettura della contemporaneità, per comprendere oltre i movimenti “liquidi”delle
società odierne. Al centro dei personaggi mitologici vi è un moderno Ulisse e,
poi, Febo, Ermes, Diana, Atena, Dioniso.
4. Il viaggio, poi, come mezzo di scoperta, di conoscenza, di punti
di arrivo e di ripartenza per altre scoperte, nello spirito di una costante
irrequietezza. Come per ogni viaggio, vi è la partenza dai luoghi delle proprie
radici – dalla “corte della propria infanzia” – i percorsi per le colline della
Toscana, per le coste marine, in luoghi lontani, dai deserti, al Nord, per
raggiungere infine il centro, oggi, di ogni angoscia, l’isola di Manhattam. Il
viaggio è anche l’incontro con i drammi delle migrazioni e dei conflitti della
nostra epoca.
5. La città delle origini, Firenze, è colta nella quotidianità della
vita, nella ricerca delle sue tradizioni popolari, lontano da ogni immagine da
cartolina, di consumo immediato, cogliendo, con spirito d’ironia, contraddizioni
stridenti nella vita sociale. Il mondo degli affetti, dell’incontro con le
persone più vicine, ha una parte importante nella ricerca poetica, affidata
all’immagine del volo leggero degli “Aquiloni”.
6. Al centro del libro si apre una parte meditativa sula situazione
contemporanea, in generale e dell’individuo, affidata a tre brevi poemi, da
“L’invasione degli storni” (di calviniana memoria) a “Concerto per Flora” (con
la ricerca delle figure e dei colori della Primavera di Botticelli) a “Sinfonia
per Populonia”, legata alla “scoperta” dei luoghi e dei miti etruschi.
7. L’ultima parte vive del recupero del tempo e della memoria,
partendo dalla rivisitazione dell’universo letterario di Marcel Proust, del
complesso agire dei ricordi legati ai profumi, ai sapori, alla musica, alla
pittura, alle folgoranti rivelazioni proprie delle manifestazioni dell’arte.
“Ci troviamo, pertanto, di fronte ad un’opera composita, che ci
guida a un viaggio, le cui soste non sono programmate dalle guide turistiche, ma
determinate dagli stati d’animo di chi ha inteso consegnarci in dono la preziosa
esperienza di alcuni anni della propria vita”.
Blog: www.robertomosi.it – email:
mosi.firenze@gmail.com
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