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Introduzione a
Gigli di mare.
Piombino in movimento. La memoria di Aldo Zelli
a cura di Fabio Strinati e
Roberto Mosi
la
Scheda del
libro

Gigli di mare, sogni di bellezza e amore
Si rimane colpiti dalle molte storie e avventure che hanno reso ricca la vita
di Aldo Zelli, dalla sua produzione letteraria rivolta in primo luogo ai
ragazzi, dai riconoscimenti che sono riservati alla sua memoria e dal desiderio
diffuso di rendere un rinnovato omaggio a questa figura di scrittore e di uomo
della scuola, che ha
trascorso l’ultima parte della sua vita nella città di
Piombino. Un uomo che è stato a contatto con le vere difficoltà della vita:
chiamato alle armi, fu fatto prigioniero dopo la disfatta di Sidi el Barrani e
visse anche per alcuni anni in diversi campi di prigionia inglesi in Egitto,
Palestina, Sud Africa e Gran Bretagna. Un autentico autodidatta dello studio: la
storia, la letteratura, la linguistica. Un uomo che ha saputo osservare il mondo
attraverso le sue molte esperienze di vita, caratterizzate sia da attimi di
tristezza e disperazione, sia da sfumature più dolci e morbide che sempre lo
hanno accompagnato. Figura meticolosamente attenta, Aldo Zelli, dispensatore
generoso per l’insegnamento
e lodevole uomo di cultura!
Ci è apparso subito un pensiero ricco di significato quello di
dedicare al suo ricordo
un’antologia di componimenti di un gruppo di poeti dei
nostri giorni, di diversa provenienza,
sensibilità, formazione.
All’inizio dell’Antologia, insieme alla "raccolta
di fiori", la scelta di alcune poesie di Aldo Zelli che
profumano dei fiori e del vento di oasi magiche, nel deserto
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della Libia che esaltano il fascino dei viaggi e dell’avventura.
Fra le rievocazioni dello scrittore la memoria del popolo
etrusco, quella della città di Populonia e la figura della principessa etrusca
Larthi:
E sognare con Larthi,
addormentata fra antiche pietre,
eterni sogni di bellezza e amore.
Sul filo di questi "eterni sogni di bellezza" il nostro pensiero è andato ai
"gigli di mare", fiori dal profumo intenso e persistente, che nei primi mesi
dell’estate crescono bellissimi fra le dune del mare di
Baratti, fra le scogliere presso il sentiero dei Cavalleggeri, fra le sabbie del
golfo di Follonica, contigue
all’Acciaieria. Fiore
strettamente legato alla rosa di Sharon e menzionata
persino nel Cantico dei Cantici, come a testimoniarne il suo amabile profumo in
versi e in canti, e la sua
saggezza " potente " che si
propaga sui litorali sabbiosi del Mar Mediterraneo e del
Mar Nero.
Con questa Antologia si vuole dunque comporre in onore di Aldo Zelli, una
raccolta variegata di testi poetici, o, una raccolta di fiori dai diversi colori
e profumi. Ai gigli di mare nati sulla sabbia al vento della costa, si uniscono
fiori di altre tonalità di colore, melodie dalle varie sonorità armoniche
provenienti da paesaggi di altri mondi. Luoghi distanti, luoghi lontani che si
uniscono attraverso il collante della poesia: mondi destinati a fondersi in un
unico spazio dove la centralità rimane sempre al
timone dell’eleganza per il
verso e per una consapevolezza attenta e disciplinata nell’utilizzarlo
cesellando il lavoro proprio come veri artigiani della
parola. 7
Una notevole parte di questi componimenti ricorda la forma e
l’avvenenza dell’Iris, il fiore
che nasce sulle colline di Firenze e rappresenta il
simbolo storico della città. Il genere Iris comprende circa duecento specie e il
nome deriva dalla parola greca
Iris,
che vuol dire arcobaleno. Non a caso, infatti, ogni
opera che compone l’Antologia,
sembra avere il suo colore, il suo spettro continuo di
luce, la sua sospensione. Ogni lirica è la conseguenza della dispersione e della
rifrazione della luce che ogni poeta nasconde nel suo lato più interno.
Fuor di metafora, tredici dei ventisette autori presenti
nell’Antologia hanno coltivato
il loro interesse per la poesia, partecipando alle
qualificate esperienze promosse, da anni,
dalla rivista internazionale
"Semicerchio", che ha sede a Firenze.
L’Antologia si compone di contributi poetici di autori
provenienti anche da altre regioni, che sorprendono e incantano per la loro
freschezza e vivacità di colori.
Possiamo immaginare, idealmente, a un incontro di festa per Aldo Zelli, di
questi poeti in piazza Bovio, presso la
Rosa dei Venti
scolpita nel marmo, per cantare davanti al mare e al paesaggio, i
temi e i motivi che vivono nei loro versi: il viaggio,
l’avventura, l’amore, l’incanto
del mare, la natura e i suoi colori, lo splendore della
musica, le angosce per i mostri della nostra epoca, i passi alla ricerca della
pace.
In questo spazio incantato è ora naturale richiamare, fra i motivi poetici,
quello della voce del vento.
Lontano... Lontano...
Scritta dal vento - sulla sabbia bionda -
di un’oasi solitaria - nel deserto africano
leggo un’antica storia d’amore
Lontano... Lontano...
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Aldo Zelli ci riporta
al paesaggio di un’oasi e ad
una storia d’amore
scritta dal vento (Lontano
…lontano) e, poco oltre nelle
poesie della nostra raccolta,
ci sorprende l’immagine delle
onde di vento
(Anna Maria Volpini,
In rosa).
Nella luce dell’alba
seguiamo onde di vento
perfette nel sole nascente.
Un quadro pieno di tristezza, nella stessa ora dell’alba, ci
presenta poi Miriam Cividalli Canarutto (Giugno)
Solvenza lenta dell’alba
brezza pungente, richiami
rauchi dai pini. Il fischio
dall’entroterra, del treno,
specchio lucente il mare
sepolcro di profughi.
Penetra dentro, invade la nostra mente la voce del vento di Anna Elvira
Balestracci (Ritrovarsi*);
Maria Vettori poi ci
sorprende con il quadro di un interno con "ficus" mentre fuori
imperversa una bufera (Interno
con poster**). Caterina Bigazzi
fissa l’immagine dell’interno
di una stazione (Stazione,
lato arrivi***).
Parla con voce antica
questa sera il vento
e intesse il sortilegio:
sgombra di ruggine la mente
mulina parole, canti, profumi
dei nostri anni lontani. *
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Ho messo a svernare in salotto i tre ficus
le calle l’ibisco e le due buganvillee.
Ho infilato batuffoli di ovatta nelle crepe
del muro. Fuori soffia un vento di bufera. **
Ti avrei aspettato là dove vento non tira
e la folla non si accalca quasi mai
– tutti alla tabella dell’orario, verso il viaggio,
snobbano l’angolo, i gradini dell’attesa – ***
Questa rassegna di versi legati alla voce del vento, si può concludere con le
parole di Laura Margherita Volante (Infuria
il vento …*), che sembrano scolpite nel marmo, e di
Gordiano Lupi (Il mio
settembre**). Lo sguardo, nei due componimenti, si
rivolge al cielo sopra la piazza
che si anima ancora una volta
dell’incessante voce dei gabbiani.
Infuria il vento gridando al
cielo l’ultima supplica per un
barlume di luce, fosse pure un
tuono per un fulmineo perdono.*
Malinconia di ricordi è il mio settembre,
un cielo terso, chiazze di nubi strane,
in piazza Bovio, tra grida di gabbiani,
sogni reconditi, superstiti alla notte. **
È ancora, dunque, in un luogo magico della città di Piombino
che il gruppo dei poeti
dell’Antologia, gigli
di mare fra le mani, celebra gli
eterni sogni di bellezza e
amore, partendo dalle opere e dal ricordo di Aldo
Zelli.
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