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La rivincita di TommyIl romanzo di Monica Florio racconta una vicenda di bullismo e discriminazione ambientata a Napoli. La rivincita di Tommy una storia dell'«età ingrata». La rivincita di Tommy di Monica Florio è un libro che efficacemente dimostra come un argomento, per quanto urgente e scottante, possa esser affrontato senza usare toni urlati e senza ricorrere alla descrizione di situazioni «estreme» (a conferma del sospetto che alle situazioni «estreme» a volte chi scrive indulga più per solleticare il potenziale voyeurismo del lettore che per autentica necessità narrativa).
Dunque, Tommy. Tommy ha i riccioli biondi e troppo lunghi, preferisce i libri al computer, il mondo ama osservarlo più che fotografarlo, e, anzi, incredibile ma vero, usa raramente il cellulare. Basta questo a stabilire che diventerà un gay? Oh, non lo sappiamo. E non lo sa neppure Tommy. Ma per forza: ha tredici anni (e per il momento è piccolo di statura: le ragazze di classe sua lo superano di una spanna) ed è ancora alla ricerca di un’identità. Le cose certe invece son due. La prima è che i compagni, capeggiati da Diego (che è grosso e prepotente), lo hanno da subito bollato come «ricchione». La seconda è che in ogni classe devono necessariamente esserci un bullo e una vittima. Necessità a cui è rassegnato (e a cui non tenta di opporsi) neppure il professore di italiano, benché sia giovane e disponibile. Comunque la Florio non ci parla solo del calvario di Tommy e ci offre un panorama abbastanza ampio sui malesseri dell’adolescenza. Allora, l’adolescenza: età dell’incertezza, età in cui si annaspa alla ricerca di se stessi (ma, poi, dove sta scritto che bisogna decidersi a prender posto da una parte o dall'altra della barricata?, se osserviamo fiori e insetti vediamo che in natura il confine tra maschile e femminile è labile e intercambiabile, e allora che c’è di strano se Stella, traumatizzata dalle calunnie della compagna invidiosa che l’ha accusata di esser lesbica e «perversa», in fondo in fondo forse davvero è più sensibile al fascino delle amiche che a quello dei maschi, e se perfino Diego il bullo nel segreto del suo cuore sa che le ragazze non gli interessano e preferisce di gran lunga le moto, benché non lo confesserebbe neppure sotto tortura, in quanto le leggi dell’omologazione non perdonano?). Ma non basta: il libro tratta pure di certi comportamenti che sbalordiscono gli adulti (per i ragazzi ultraborghesi di via Manzoni durante una festa in terrazza il principale spasso è sputar sulla testa ai passanti), e dello sconcerto dei genitori. Poveri genitori! Che in fondo non sarebbero «cattivi», ma non sanno che pesci pigliare e si barcamenano alla meglio. In conclusione un libro da leggere nelle scuole affinché gli studenti discutano fra loro e si chiedano: «Ma davvero a volte siamo così?», e «perché a volte siamo così?». 29 giugno 2014 |
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