| |
Prefazione a
Ulisse
di Valeria Serofilli
la Scheda del libro

Ivano Mugnaini
Un caleidoscopio di immagini
in grado di mettere in contatto presente, passato e ipotesi di futuro.
Racconti che non temono di navigare verso e oltre
le Colonne d’Ercole della
fantasia senza però mai scordare
la terra ferma dei ricordi
e dell’osservazione diretta e concreta della realtà. Tramite un linguaggio
stringato ma mai ignaro della
forza dell’armonia e della lirica, fonte primaria e punto di partenza sia
della produzione letteraria
dell’Autrice che della sua ispirazione.
I racconti sono preceduti
da citazioni che orientano la ricezione, o meglio, fanno presagire conte nuti e impressioni, incontri e sensazioni, contesti da scoprire passo dopo passo.
Il ragionamento
sul tempo e sul destino, sulla ragione
di ciò che è di per sé, per sua
natura intrinseca, irrazionale e imprevedibile,
non può avere basi di appoggio certe, se non nella certezza effimera e vitale di
una scommessa: quella del viaggio intorno al mondo immaginato e descritto da
Jules Verne, oppure quello di Ulisse, ancora lui, figura imprescindibile, il cui
percorso dura anni ed è preceduto da immense attese e seguito da lidi sconfinati
di rimembranze, rimpianti e volontà di partire di nuovo, nonostante tutto. Ma
l’interpretazione soggettiva e l’accorato auspicio dell’Autrice
la conducono a dare vita ad un
Ulisse atipico, lontano dall’immagine
consolidata e prevalente,
spinto dalla volontà di un ritorno definitivo in quanto appagato dall’amore finalmente raggiunto, privo quindi di ulteriori pulsioni di fuga.
I riferimenti autobiografici,
caratteristica propria della Serofilli, sia in ambito narrativo che nella sua scrittura
poetica, compensano in parte la componente fluida del moto mentale e narrativo. Senza tuttavia fare evaporare del tutto quel senso di mistero
che si cela a volte,
in modo preponderante, proprio dietro e dentro gli atti e gli oggetti in
apparenza più quotidiani e prevedibili, come ad esempio nel racconto “Qui c’è il
sole” dedicato alla madre e al suo mondo circoscritto nell’ambito delle mura di
una casa, che, in virtù del potere
immenso della fantasia e del ricordo,
risulta in ultima istanza assolutamente libero,
privo di barriere e
autenticamente poetico. Questo racconto
sembra esulare
dai temi prevalenti del viaggio,
ma, per la sua natura ossimorica, in realtà risulta del tutto consono ed anzi in grado
di illustrare ulteriormente, per analogia
e contrasto, i simboli e i contenuti di maggior rilievo e presa emotiva. Del
tutto esplicite in uno dei racconti da cui non a caso la raccolta prende il
titolo, le tematiche del viaggio e della ricerca del sé si ritrovano nelle varie
storie in forme diverse ma in ogni caso similari e cariche di risvolti simbolici
e allegorici a seconda delle situazioni, dei protagonisti e degli intrecci. Anche il testo “Sirena”, il cui titolo stesso rientra nel campo
semantico del mare, è unito agli altri racconti dal sottile fil
rouge del potenziamento delle normali
capacità percettive condotte al
di là delle comuni caratteristiche
e capacità umane. In questo contesto il titolo di un altro
dei racconti, “Un viaggio
dentro”, assume una valenza altamente simbolica al punto da poter essere
considerato alla stregua
di un potenziale titolo alternativo per l’intero
volume. Il viaggio della Serofilli, per scelta dell’Autrice, supera con levità le barriere del
tempo e dello spazio,
consentendo in tal modo anche l’inserimento di racconti di tono quasi fiabesco come Natale da Gatti, dalla raccolta
Comete per la coda, per adulti che si sentono ancora bambini.
La narrazione della Serofilli in questo suo libro
costituisce
quindi un’esplorazione
di ciò che è percepibile e, in modo ugualmente presente
e urgente,
di ciò che non si riesce a
visualizzare,
quello che
resta al di là delle facoltà umane.
Ciò che assilla e impaurisce ma al
contempo attrae,
quell’onda che cela l’orizzonte ma verso
cui si dirige la prua, con una sorriso folle ma irrinunciabile.
Alcuni racconti sono di
impronta più “lirica”, vele aperte ad un vento malinconico ma lieve. Altri sono tenacemente improntati
alla ricerca di una logica ferrea
che sfugge,
si eclissa o si sposta di qualche
grado, in modo costante e beffardo.
Una sconfitta accettata in partenza, quella della navigazione cieca,
quindi, a suo modo, una sorta di paradossale
vittoria.
“Perché il bello consiste nell’essere di ritorno da ogni dove senza essere andati da nessuna parte se non dentro se stessi e
il proprio animo”, scrive la Serofilli.
Il paradosso si fa ossimoro e viceversa, in un gorgo continuo, immutabile e
cangiante, che induce a smarrire la rotta, oppure a ritrovarla, nell’attimo in cui si accetta che il viaggio non è il punto d’arrivo ma il percorso.
Nei racconti di questo libro
la memoria si unisce alla riflessione sul presente e sul futuro, su timori e aspirazioni
dalla cui coesistenza emerge il senso del viaggio la cui meta è, per la voce narrante e per ogni viaggiatore di parole e di sogni,
un’Itaca da definire e ridefinire
gradualmente tramite una narrazione sempre
viva e aperta all’incontro con
istanti ed echi della storia, individuale e collettiva.
Perché,
citando l’epigrafe del racconto
eponimo, possiamo affermare
che,
nel subconscio, molti pensieri hanno
“nostalgia di casa”. Un’estensione logico-etimologica del termine “nostalgia”, che nega il concetto nell’atto di
confermarlo, oppure il contrario. Il tutto ulteriormente complicato dal fatto che il subconscio è un luogo
altro della coscienza, quasi un alter ego, una persona estranea che abita dentro di noi. Sulla base di questi contraddizioni
e di questi attriti, fertili, o almeno in grado
di generare scintille che illuminano per qualche attimo il panorama, la Serofilli ha messo insieme tessere
narrative
che costituiscono un mosaico interessante, di impronta personale, una prosa che ammicca a tratti alla poesia ma
senza mai scordare
l’assillo dell’osservare per tentare di comprendere, se non la verità, qualcosa che, nel bagliore dei mari, tra la Colchide
e le nostre città, tra i secoli passati e le asprezze del presente, le possa somigliare.
| |
 |
Materiale |
|