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Giorgina Busca Gernetti: immagini psicagogiche
Il protagonista di questa
"sinottica silloge" è il lago, il cui tema è simbolicamente sviluppato su un
ampio ventaglio di quasi esoteriche istanze dell'io. Un susseguirsi di "icone
lacustri", di atarassiche visioni incastonate nello "spirito del lago". Il lago
è l'occhio della terra attraverso il quale gli abitanti ctonii, quelli delle
dimore sotterranee, riescono a osservare il mondo soprastante in tutte le sue
manifestazioni. Per i Galli, questi «rotondeggianti spazi ripieni di acqua»,
rappresentavano delle divinità o le dimore degli dei.
Giorgina Busca Gernetti
con tredici splendide liriche ci ha svelato "i misteri diurni e notturni" insiti
nella più specifica fisicità del lago: (da «Tempesta sul lago in agosto») «Il
lago si gonfia, ondeggia improvviso, | pallido freme, livido. | Un brivido |
raggela le rocce | sferzate, spazzate | dal vento impietoso ... ». Con un passo
circonfuso di mistero e splendore Busca Gernetti individualizza l'esigenza
psichica di «riesumare la concretezza dello spirito». Tutto ciò si riscontra
nella lirica «L'ombra»: « ... 'Padre, sei tu?' pare esclamare fioca |
l'anima-spirito del lago grigio. | 'Sei tu, padre, che infine mi compari | sì
ch'io ti veda almeno oltre la morte?' 'Figlia mia, son tuo padre, riaffiorato |
dal buio della guerra che mi spense | prima che tu nascessi. Ora gli abbracci |
solo tra fredde ombre ... ».
La luce e l'ombra
ondeggiano sulle acque come attraverso dei prismi di cristallo, traccheggiano
come in attesa di qualche epifania o di qualche sortilegio o ancora, come dice
Giuseppe Panella nella ghiotta prefazione, «è un susseguirsi di momenti
catastrofici che attraversano il testo poematico passando dalla pioggia e il
vento del temporale all'interrogazione mantrica delle rune ... ». Misteriosofia
e immagini psicagogiche si riversano sulle sponde del lago, risorgono spiriti e
"sagome informi", scheletri e orribili sembianze: (da «Simulacri sul lago») «
... Lo scheletro biancastro | allunga verso me il suo braccio scarno, | un dito
adunco ... ».
Un poemetto di rara
bellezza, limpidissimo, e ben inserito in una realtà stilistica dove melodia ed
eleganza si intrecciano con ''l'orrorosa evidenza". Il richiamo all'invisibile,
è coscienza artistica e sempre virtù della grande forza interiore della
poetessa. Giorgina Busca Gernetti, con questo poemetto «L’anima e il lago», si è
aggiudicata il Primo Premio «Città di Pomezia» 2010.
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Franco Maria Maggi, finissimo critico, mi ha fatto
quest’ultimo dono prima di lasciarci per sempre. Grazie. Giorgina Busca Gernetti
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Recensione |
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