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Straordinarie
poesie, racchiuse in un libro curatissimo, ineccepibile, perfetto, per essere
contenuto come un dono tra le mani: nella sua eleganza anche formale sarebbe
piaciuto a Cristina Campo. Ad apertura di pagina, ogni verso ha il consueto
potere di curare ferite remotissime e di aprirne altre, sconosciute, ma come
luminose, in una geometria di linee – orizzontali e ascendenti – che paiono
afferrare, racchiudere, riordinare il cosmo, attraverso il Lògos che esprime
l’ineffabile.
Non so definire
la poesia, ma il suo divino soffio mi parla. Posso solo fare
qui alcune riflessioni sporadiche. Selvatica
d’incuria: le parole, il suono, l’accostamento, il di causale, la
sintesi; non ci si stanca di ripeterlo, come una chiusa circolare. Nella culla di
piuma sta raccolta un’anima: il verso fa compiere un
salto meraviglioso alla poesia, e il cuore si arresta un momento. È uno degli
esempi del circoscrivere e riordinare il cosmo. Tra giusti e
pii e umili di cuore: anche qui il salto, ma dopo
l’enumerazione della terzina precedente, è un salto rientrante, con cui l’umiltà
si fa corpo più che disegno, e chiede al cuore del lettore la stessa umiltà
santificante. E Appassionata
disperazione del mandorlo: sembra un viatico per attraversare la vita, un
conforto infinito che scaturisce da un dolore infinito (Pietas).
Non sono peraltro
del tutto d’accordo con i commentatori che sottolineano in questa poesia la
magistrale capacità di osservare la natura, senza aggiungere che ogni
descrizione naturale rimanda ad altro, a molto altro, come se tutti gli strati
dell’essere fossero attraversati da uno sguardo che può descrivere con toccante
tenerezza un albero, un volo, un colore, ma con parole che pescano altrove e
significano un altro universo, coeso, perfetto, luminoso – insomma l’iperuranio
dell’esistere.
Esempio di ciò la
bellissima inedita Novembre che, nel regalare odori perfetti e colori e
forme non dimenticabili, li racchiude negli aggettivi magico, sacro | severo,
ed ecco che tutto si sposta, si approfondisce, emerge l’ineffabile, ecco le
coordinate dell’anima che diventano coordinate dell’esistente.
Di ognuna vorrei
dire moltissimo, perché queste poesie sono davvero bellissime: è giusto che
l’autrice non sappia quanto, il ‘povero’ strumento deve accontentarsi di
suonare… per la gioia di altri. Questi testi continuano infatti a parlarmi del
Bene.
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Recensione |
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