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Presuntuoso questo giovane, vien da dire, già dal primo libro: Monito. Poi
leggendo vien da pensare: ma a chi, a noi o a sé stesso?
Il mio amico Mario Bizzoccoli, grande appassionato di musica al punto di
dirigere un’orchestra da camera (no profit naturalmente), mi ha detto che ogni
composizione giunge ad un punto culminante in cui precisa la domanda, da quel
punto in poi vi è la risposta. Mi pare proprio che questa considerazione si
adatti anche a questo libro; da una partenza che appare esplorativa, l’autore si
raccoglie sempre più fino a giungere a piè pari a Un’estate al mare (pag. 29),
con tutto il richiamo alla canzone ambigua più che estiva. Dopodiché la domanda:
Sciacallo diurno; Goccia di sogno; Quando puoi. A seguire la risposta.
Incompleta, certo, insufficiente e lacunosa come non può che essere la risposta
umana; irraggiungibile ma, come dice l’autore: “… distante un palmo | dal mio
naso e un battito d’ala | dalla mia anima.” (pag. 37).
Deve aver aspettato, l’autore, prima di giungere alla pubblicazione, e deve aver
fatto delle scelte, vista l’esiguità dei testi, che non sembrano affatto il
frutto delle illuminazioni di chi si accosta d’impeto alla scrittura. Se mai
sono sorti, gli accorati pensierini che giungono dall’anima candida sono
lontani; al contrario è il dubbio a campeggiare nell’insieme dello scritto:
significativo è l’uso del doppio punto, esclamativo ed interrogativo. Moderni i
vocaboli ed i fraseggi che pure non giungono mai a scadere nel lessico parlato,
neppure nel dialogico virgolettato.
Pur non riconoscendovi
alcuno schema metrico i versi si concatenano senza spezzature di ritmo,
nonostante l’uso frequente dell’enjambement. Se spesso l’immediatezza è
sacrificata si riscontrano alcuni esiti soddisfacenti nella stringatezza
dell’enunciato: “La personificazione degli incubi | nel passante che mi sorride”
(pag. 18). Non mancano momenti di grande dolcezza: “Se piangiamo | torniamo |
nella mano che ci stringe al seno.” (pag. 33); “sei il cielo sotto l’acqua e |
il mare sopra le stelle” (34), anche se nella maggior parte dei casi la fa da
padrona un’ironia fredda, quasi sarcasmo. | |
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Recensione |
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