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Ogni contributo alla
conoscenza di un poeta ed in particolare di un maestro e guida quale fu stimato
Paul Valéry da André Breton, peraltro anche ammiratore di Arthur Rimbaud, desta
sempre interesse. Tanto più che non ci troviamo solo di fronte a un poeta ma
anche a un esteta, trattatista, matematico, filologo francese. Volendo guardare
alle etichette si può dire non rimase estraneo al Simbolismo
sviluppandolo in un lucido intellettualismo. Detestò in sede teorica e pratica
la rozzezza, la brutalità, la violenza, sia intellettuale che fisica.
Insito in questo brevissimo accenno a Valéry è l’augurio di un meritevole
apprezzamento dell’opera che gli amatori non faranno mancare a Pietro Nigro,
intellettuale validamente informato in materia e autore di un testo
strutturalmente bene organizzato, interessante quale ricerca cui l’autore non
nega il personale argomentare. | |
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Recensione |
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