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…E quando l’inverno bussa alle porte
mi cingo le spalle di morbida lana
e so che lunga vita mi
aspetta…
Un passo che la dice lunga
sul bilancio di vita del nostro amico Angelo Lippo, alla vigilia del suo
settantesimo compleanno. Un verso estratto dalla sua recente raccolta di poesie
dal titolo Elogio dell’ebbrezza. Un libretto sobrio
nella sua veste tipografica nel quale Lippo celebra l’ebbrezza del vino, a
pretesto della sua lunga e produttiva Vita che è infondo, un parallelismo della
feconda vigna che impéra regina nei poderi e nelle campagne del Sud. Terra che
ha dato i natali a questo instancabile poeta, saggista, editore e operatore
culturale. La terra del Sud e il Mare Jonio scorrono parallelamente nei suoi
versi, come rivoli fecondatori e alimentatori di quella energia necessaria che
ha fatto di Angelo Lippo un simbolo rappresentativo, degnamente rappresentativo,
della cultura tarantina. Nome degno di essere accostato, per statura culturale,
ai grandi nomi di Raffaele Carrieri, di Giacinto Spagnoletti, di Michele Pierri,
di Giacinto Peluso, di Piero Mandrillo, di Cosimo Fornaro, ecc. Tutti figli di
questa generosa terra, facenti parte di quel manipolo di uomini che hanno
impresso in questo nostro tempo il loro sigillo di presenza vitale e di fermento
culturale, in una latitudine, questa nostra della provincia jonica, che sembra
inghiottita dalla bruma dell’immobilismo culturale e di pensiero.
Luigi Scorrano, nella
pregevole prefazione, parla di una poesia “olfattiva” quando analizza come“Le
feconde intese dei vigneti e della flora mediterranea e il respiro del mare, non
lontano, concorrono a comporre le profumate essenze di una bevanda
invitante a serena socialità”.
L’Elogio
dell’Ebbrezza, titolo particolarmente affascinante, si propone come la
sobria e lucida analisi di vita, quasi un voler tirare le somme di un’esistenza
densa di affetti familiari, di bagagli culturali, di instancabile promozione
della Cultura che fanno di Angelo Lippo un punto di riferimento sicuro per le
generazioni future che volessero seguirne le tracce e gli altissimi ideali. | |
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Recensione |
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