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l'anima del ghiaccio
o il ghiaccio dell'anima ? Leggendo questo profondo e "terribile" volume di
poesie di Danilo Mandolini, si ha la sensazione fisica del freddo della morte e
del cuore. Rileggendolo, però, ci si accorge che non si tratta di una semplice
sensazione fisica, ma della dichiarata analisi dell'ambiente che ci circonda,
attuale o passato, in cui si vive o si è vissuto. Quello stesso ambiente che ci
conferma come tutto il vivere è gelido contatto tra esseri che si ignorano a
vicenda e nei quali il ghiaccio più vero è quello del proprio essere "io", del
vuoto che impera in noi stessi se non ci creiamo un'alternativa ed una fiducia
negli alti valori dell'anima.
La memoria, carica di sensibili
ricordi, ci trasmette istanti vissuti - terribilmente freddi - di fronte alla
morte di una persona cara; negli attimi in cui solitari nel dolore,
attraversiamo i viali umidi del camposanto verso un'uscita che non libera la
nostra mente, ma ci ritrasmette immagini di una realtà infantile che resta
ugualmente fredda nel gelo della morte, nel terribile istante (che è tutta la
vita) del ghiaccio dell'anima.
Questo di Mandolini è un cantico del
dolore del vivere, delle ansie e dei dubbi di ogni essere, esplicitato in versi
efficacemente ricchi di metafore e pur sempre vivi e vibranti, dove la natura è
protagonista povera degli attimi vissuti e dove l'amore per tutto ciò che è
trascorso è rifugio, è ricordo e dolore e quasi annulla ogni speranza di futuro
migliore in un "gelido ghiaccio" che non è solo dell'anima.
Si è detto volume profondo, perchè
analizza in sintesi una progressione intima ed intensa non solo di sensazioni e
stati d'animo, ma soprattutto di coscienza di fronte alla realtà quotidiana; e
"terribile", perché è amara la constatazione dell'inutilità del correre
quotidiano avendo un'anima di ghiaccio che tutti, secondo il poeta, ci
ritroveremo alla fine dei nostri giorni.
Opera letterariamente valida e ben
composita e comunque noi speriamo, questo è il nostro credo, che il poeta
risolva il proprio contrasto interiore ritrovando nella fede una traccia di
cammino più luminosa e più vera.
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Recensione |
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