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Elisa Baciocchi e
il fratello Napoleone
I segni duraturi dell’effimero passaggio di
Napoleone
La legenda di Carlo Menzinger
26 settembre
2021
Il saggio “Elisa Baciocchi e
il fratello Napoleone”, sottotitolo “Storie francesi da Piombino a
Parigi” di Roberto Mosiè una vivida guida dei luoghi
napoleonici in Toscana, da Piombino, all’Elba, a Lucca, a Massa e a Carrara e
soprattutto di quelli dello Stato di Piombino affidato alla sorella Elisa e al
marito e poi del Principato di Lucca, retto dalla coppia.
Furono pochi gli anni dell’ascesa e
caduta di Napoleone, una decina quelli del Principato di Lucca della sorella, ma
anni importanti per il rinnovamento della regione.
L’Imperatore dava grande importanza
alle città, impegnandosi a rinnovarle, ma anche alle vie di comunicazione, che,
sull’esempio dell’Impero Romano, sono alla base del consolidamento di un impero.
Anche l’arte subì un notevole
impulso, divenendo terreno fertile per artisti come David e Canova.
Importanti le risorse minerarie della
Toscana, dai marmi di Carrrara al Ferro di Piombino e dell’Elba, tanto
determinante in tempo di guerra.
Il saggio ci conduce a scoprire la
vita del tempo, la moda, il modo di mangiare, le feste, la quotidianità di
questa famiglia assurta da una piccola nobiltà a un impero di portata europea.
Difficili, però, sono le veloci ascese, come insegna non solo la storia
dell’imperatore corso (ma di origini toscane, essendo la famiglia di San
Miniato), ma anche quella di Alessandro Magno, Carlo Magno o persino, nella sua
negatività, Adolf Hitler. Gli imperi possono nascere in breve ma più in fretta
crescono, più in fretta crollano, privi della connessione con i poteri
preesistenti, che primo o poi si riorganizzano. Eppure, anche queste meteore
sanno lasciare segni duraturi nella memoria del mondo.
Questo volume di Mosi,
ci aiuta a ricostruire quelli del passaggio toscano di questo grande e della sua
famiglia.
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Recensione |
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