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Lucio Zinna, in questa sua
ultima fatica poetica, annota con acutezza d’osservazione e con quella personale
precisione che lo distingue, un quotidiano ricco di particolari che magari
sfugge a una lettura superficiale.
Sotto uno scenario modesto,
privo di orpelli inutili, bolle un carattere ribelle ad ogni assuefazione e si
esprime con forza di humour capace di deridere la realtà di questo nostro tempo
pieno di contraddizioni, che tormenta e bistratta chi è costretto ad accettarne
le regole.
Per L. Zinna è inutile
fuggire. La casa diventa Arca che propone un mondo completo di tutto il
necessario, dove è possibile trovare distensione e salvezza. Ivi il poeta si
realizza. Proprio questo mondo, apparentemente piccolo e ristretto, si allarga e
spazia in un infinito d’anima che nasconde con gelosa ritrosia tesori
impagabili. Sono gli affetti familiari, il gatto Raffaele, il balcone-giardino
che col suo rigoglio di verde chiude il recinto della piccola oasi e porta
l’ospite-amico, selezionato fra tanti, a scoprire quel calore domestico che
commuove ed edifica. Religione o sacralità? È questo il mondo di Lucio Zinna e
della sua Casarca. Ma il suo non è un
estraniarsi per chiudersi in una solitudine avulsa dal reale. Accanto alla
tematica degli affetti si sviluppano altri motivi di carattere sociale che
pongono il poeta, senza circoscriverlo, nella scia di questa grande poesia. C’è
anche un motivo di fuga che presuppone un ritorno necessario, in quanto gli
affetti di cui sopra fanno parte della personalità del poeta. Allora il
sentimento dell’isola si restringe, si fa più intimo ma capace di vivere una
storia intrisa di tristezze e speranze che non intaccano la serenità.
Né mancano motivi
autobiografici ove trapelano importanti momenti della vita del poeta che, deciso
a restare nell’isola, accetta con dignità elegante e umorismo disinvolto la sua
povertà. “E tanto vi giraste da condurmi a nascere | in sostanziale povertà.
Grato vi sono | e la coltivo. Povero e poeta ho vissuto | la vita che ho voluto”.
La struttura lirica è
salda e intensa, forte e decisa. Affida gli argomenti scelti alla storia del
nostro secolo come a dare una risposta a quanti, ripetendosi l’un l’altro, non
si sono accorti dei tesori che il quotidiano di continuo ci offre. Ovunque anche
nel nostro piccolo: “si vive qui – in ogni angolo del mondo si distillano
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giorni... e chi parte è un tiranno come chi sempre ha logorato il Sud”.
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Recensione |
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