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"Soglie" è il titolo dell'ultima fatica della fotografa Luccia Danesin che attraverso una selezione di immagini in bianco e nero reinterpreta alcune opere funerarie. Nelle nebbiose giornate autunnali durante le consuete visite domenicali ai suoi cari scomparsi, Danesin è rimasta colpita, folgorata dall'espressività che le statue esprimevano con particolari tagli di luce.

Luccia Danesin applica alla propria sensibilità fotografica, una tecnica sopraffina, fatta di innovativi tagli e composizioni curate nei minimi particolari, tanto da rendere le immagini del volume edito da Biblos davvero atipico nel genere. I monumenti appaiono come liberati dal loro compito funereo ed attraverso l'obiettivo di Danesin si mostrano in ogni dettaglio, offrendo la loro parte migliore e più espressiva. Un'espressività spesso non visibile fino ad ora. La "Fotografia" trionfa in tutta la sua forza comunicativa portando alla memoria il rapporto con la morte che accompagna la vita di ogni individuo. Un dialogo costante con l'arte funeraria ed il suo complesso ruolo sottolineato mirabilmente da Enrico Gusella, curatore del volume.

«Ho cercato di accostarmi a questo tema con "dolcezza" affidandomi alla capacità evocativa della fotografia e scegliendo di affiancare a qualche rappresentazione solo alcuni, brevi, spunti poetici, anziché descrizioni e didascalie» rivela Luccia Danesin.

Nella quiete vagano soli
i cuori senza patria;
occhi come grani di stelle
vegliano la notte.

Recensione
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