Veniero Scarselli, col
breve poemetto Ballata del Vecchio Capitano, è risultato vincitore dell'ottavo
Premio Letterario Internazionale "Città di S. Caterina Villarmosa - Città del
pittore Guastaferro", provincia di Caltanissetta. Nella Presentazione, Vincenzo Salsetta vede in quest'opera –
di poesia metafisico-epico-simbolista – un viaggio iniziatico del Poeta-eroe, chiamato a far
risorgere la nave della vita verso la rivelazione divina, attraverso vari
incontri.
Ed ora il "viaggio". Ero in mare. Vidi il relitto di una
superba nave, invasa da uccellacci. La vecchia nave sembrava "trapassata ad un
mondo | superiore ed eterno, che l'Oceano | avesse per fini imperscrutabili | lasciato su una spiaggia della terra". Entrai in questa "Cattedrale sommersa
| Carogna di ferro" per un' "arcana missione ultraterrena". Mi guidava lo
spirito della nave per un fine amico: la "Grande Conoscenza". L'aria era
stagnante; non c'era nessun superstite.
Giungo al cuore della nave, sepolcro solitario del Vecchio
Capitano. Qui è il Regno del Silenzio, della verità, della Vita e della Morte. Dal teschio del Capitano esce una voce:
«Libera la nave!
Solo tu, che hai il cuore giovane e puro, puoi giungere – verso Oriente –
all'agognata salvezza».
Avrei voluto intravvedere, nelle pupille del Capitano, la
Vita oltre la Morte. Gridai alle macchine di mettersi in moto e di partire. Ci
riuscii. La nave cominciò a galleggiare, come fosse un candido cigno,
guarita. Lasciata quell'isola dei Morti, cedetti il comando al Vecchio
Capitano.
Avrei voluto continuare a guidarla, ma "una Mano mi volle
sollevare | prima dell'impatto fatale | della Nave con la Grande Luce | che
splendeva all'orizzonte d'Oriente. | Mi ritrovai su di una piccola scialuppa | a
contemplare con segreto amore | quelle stelle benevole indicanti | la buona rotta
alla mia vita nuova; | ed a contare e ricontare i giorni | dell'indimenticabile
viaggio | fino a un umile porto terreno | e alle umili fatiche quotidiane |
dell'ignaro popolo della terra".
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