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Ferdinando Banchini viene a noi con una serie di racconti-riflessioni nel volume Brevi incontri e spigoli.

Marcello Croce nell'opera vede contemplazione e poesia, bellezza visibile e invisibile, l'affascinante vissuto di un iridescente mistero quotidiano.

Gli incontri – per lo più ambientati a Roma – anche se "brevi", fuggenti, occasionali, ripetitivi od unici, ma sempre irripetibili, "osservare camminando", sono per l'Autore spunto non solo di osservazione e descrizione – efficacemente particolareggiate –, ma soprattutto di riflessioni esistenziali e metafisiche.

Che si tratti di vedere persone o animali (gatti, colombi, uccelli) o piante, tutto lo riporta a cercare di capire i loro possibili pensieri, il loro intimo, il loro animo: e ciò appare davvero incomprensibile, misterioso, oltre che svariato e relativo. Si può vedere, anche spesso, una persona, capire tante cose di lei, ma non per questo la conosci: resta sempre "un'alta parete di vetro che separa" i due. Perciò egli dice "vedo attraverso, ma non è possibile andare dall'altra parte".

Infatti, la "comunicazione" ha tanti significati e tanti aspetti. Addirittura nella solitudine si può comunicare, come fa l'Autore stesso, scrivendo, "comunicando" agli eventuali lettori i propri pensieri, i propri stati d'animo.

Forse l'Autore intende – fra le righe – trattare anche della difficoltà – o meno – di una spontanea comunicazione nella società la quale esige determinate formalità e regole di comportamento.

Molti i temi riguardanti la religione e la fede. Soprattutto, nelle creature, nel creato, egli vede il Creatore che è non solo Amore, ma Bellezza e Verità. E si pone un interrogativo a cui non sa rispondere: se tutto il bello, il bene traggono origine da Dio, il male da dove trae origine? Si domanda anche cosa resterà della vita di ogni essere vivente. Ma, egli afferma, ogni vita non e mai vana.

L'opera termina con "Spigoli", epigrammi amaro-gioiosi, che attaccano politici, falsi intellettuali, inganni e corruzioni varie. Ne riporto uno: «Scarsa rispondenza»:

"A lungo i tuoi pensieri covi e addensi. | E quando parli, poi, metti radici. | Pure non dici mai quello che pensi. | Nemmeno pensi mai quello che dici."

Recensione
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