| |
Con la silloge poetica L'anima e il lago, Giorgina Busca Gernetti si è
meritatamente aggiudicata il Primo Premio Città di Pomezia 2010, con
pubblicazione su "Il Croco" - Quaderno Letterario di Pomezia-Notizie di Ottobre
2010.
Bellissimo quanto Giuseppe Panella ci dice sulla simbologia del “lago”: esso
vuole significare che sta per accadere un evento straordinario, forse anche
negativo, ma alla fine dall'effetto rassicurante. In questo caso, è l'attesa di
un evento luminoso, risolutivo. E questa poesia rivela i misteri di un'anima.
L'Autrice osserva il lago in vari periodi e in vari momenti: sia durante una
tempesta furiosa, quando un "lampo vivido | squarcia violento le nuvole | e
s’inabissa | nell'onde tumide... "; sia quando piove, descrivendolo così
"triste, dolente, grigio | ... immobile... ", in simbiosi col proprio stato
d'animo: "Angoscia intrisa di gocce infinite | le lacrime del cielo sul mio
volto... ”. Vento furioso... e l'anima "s'annulla nel lago". In questi momenti,
ella sente il "vuoto irreale dell'anima". Anche al tramonto contempla il lago
"fermo, pacato, | immobile | nella fissità della morte", mentre l' "urlo
implacabile | del vento | nel gelido canneto | tormenta | la quiete funerea
della notte... ".
Diviene pure vittima di un lugubre incubo, quando dice: uno "scheletro
biancastro [ di monaco] allunga verso me il suo braccio scarno, | un dito
adunco... ". Ora, invece, è lei incubo a se stessa: “o sogno ancora senza più
risveglio”; "son io senza il mio corpo, | lasciato immobile come una veste
|
vuota, afflosciata, senza più colore... "; ed ancora: "non son più viva…
|| Son
spirito che vaga | nell'ètere infinito, | che nell'acqua s'immerge | ondeggiando
tra l'alghe"; la mia "anima trafitta | dal buio della vita appare spenta".
In questi attimi di mistero, soglia impenetrabile e imperscrutabile di
realtà/non realtà, le sembra di vedere l'Ombra del sempre desiderato padre,
morto in guerra, prima che lei nascesse: "Mistero la ragione della morte |
...dei padri nelle devastanti guerre | anzi la nascita di un figlio amato... ".
Un lampo finale di luce le infonde un po' di serenità che però subito svanisce:
"E se dal fondo lo spirito emerge | la luce pare opaca, pare spegnersi."
Domenico Defelice annota che questo lavoro è derivato da una vera tragedia. Le
esplosioni della battaglia sono un tutt'uno con i tuoni e i lampi e il vorticare
limaccioso dell'acqua.
| |
 |
Recensione |
|