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Licenza di vivere è la ristampa – rivista e ampliata – di un volume apparso nel 1988, Notizie da Via Daniele, presto esaurito. Bene sintetizza l’attuale titolo del libro – nella sua valenza metaforica – l’ansia e il "fuoco" esistenziali che hanno posseduto il suo protagonista, che è anche l’autore, Francesco Alberto Giunta.

Siciliano di nascita, il nostro narratore, dopo aver conseguito la laurea all’Università di Catania e, soprattutto, dopo lo choc della seconda guerra mondiale, matura, sempre più incontenibile, il desiderio di salpare da Via Daniele, dal focolare domestico d’origine, per solcare le strade – pericolose ma anche emozionanti – del mondo.

Giunta, nato nel 1925, in questo libro narra proprio la sua avventurosa gioventù negli anni quaranta, a partire dagli studi solitari, dall’ "onta di essere stati sconfitti e non vinti" dagli Alleati, dall’amore per il suo paese natio, Paternò, Civitas fertilissima, al nascente amore per la poesia dell’universo…

Gli accadimenti personali, familiari e sociali di Alberto si mescolano e si sciolgono nelle più generali e complesse vicende storiche coeve, puntualmente richiamate a cornice delle memorie dell’autore.

Come molti suoi familiari e compaesani, il protagonista, a diciotto anni, rischiò più volte la vita sotto i bombardamenti della campagna di guerra. Restò ferito. Risanò. Mentre il suo sogno di fuga – tipicamente giovanile – s’ingigantiva sempre di più.

Il suo pensiero sugli esiti bellici è riassunto in frasi di questo tenore: "I popoli soggiogati furono sì strappati alle dittature e restituiti alla libertà dei vincitori (tra questi le armate del dittatore Stalin!) i quali però, sotto l’etichetta di liberatori, imposero dure ed esose condizioni di armistizio, che quasi soffocarono le ansiose speranze dei vinti nei quali si faceva largo una cocente delusione, amara e balorda".

Alberto ricorda anche gli amori e ("la deliziosa fanciulla di nome Eugenia" e Fiorenza, "la ballerina di fila"), gli amici (con cui si riuniva alla Corda Frates), le tante e disordinate letture…

Poi, con un "arrivederci", si congeda da Via Daniele, con un "chiodo fisso nel cervello: come lasciare Catania… per conoscere il mondo e vedere "visi nuovi e vie nuove"".

La decisione fu quella di trasferirsi in Belgio, a studiare presso l’Università Cattolica di Lovanio (dopo aver ottenuto "dalla Suprema Congregazione S. Uffici la dispensa di leggere libri proibiti ed effemeridi").

L’entusiasmo del giovane farà anche i conti con le difficoltà dell’indipendenza economica: Alberto non si sottrarrà alle umili ma assai formative esperienze lavorative, visiterà Parigi, il Regno Unito, i Paesi Bassi, subirà un intervento chirurgico per ernia lontano dai suoi, pubblicherà il suo primo saggio intorno alla storia della Sicilia su una rivista universitaria ("Escholier de Louvain")…

Fino al conseguimento della Licence (anche di vivere, appunto, come si diceva) e il rientro nell’antica Katàna, in Sicilia.

In appendice, l’autore conclude l’appassionata rievocazione della sua avventurosa "educazione sentimentale" con le note di un suo viaggio d’amarcord avvenuto cinquant’anni dopo, stavolta nelle vesti di conferenziere a un congresso di linguistica.

Dopo tante "incursioni" nel mondo, oggi Giunta risiede a Roma, impegnato in attività letterarie e giornalistiche, ancora col desiderio ardente di vivere e trasmettere emozioni e passioni.

Recensione
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