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Diamantini,
diamantini, che vita, bambini!

Narrativa per
l’infanzia. I diamantini: uccelli passeriformi, anche troppo ciarlieri, ma che
portano allegria, mentre i pesci se ne stanno muti nel loro mondo d’acqua. Si
potrebbe pensare che una fiaba debba essere sempre bizzarra o parlare di regni e
personaggi favolosi: questo grazioso racconto invece ci dice che è possibile
descrivere eventi anche reali e mantenere ugualmente quel senso di fiabesco che
è comunque presente nella realtà d’ogni giorno.
Pure gli adulti possono trarre
beneficio da questa lettura, dove i fatti sono possibili, a iniziare dal
principio di libertà che è dentro a ciascuno di noi. Nella grande gabbia i
diamantini svolazzano e chiacchierano, tanto che l’aria è impregnata dalla loro
vivace presenza. Occorre però controllare le porticine della gabbia affinché
essi non possano fuggire, incontrerebbero tra l’altro un gatto grasso e brutto
che li divorerebbe in un boccone: un altro gatto di nome Ribes non fece più
ritorno.
E accade che all’improvviso i diamantini escono dalla gabbia e
conquistano la libertà. Si lascia aperta la gabbia sperando che tornino, forse
per la nostalgia di venire nutriti. Intanto i diamantini si moltiplicano,
evidente rappresentazione della vita che segue l’eterno ciclo delle esistenze.
Nella seconda parte della fiaba – sono trascorsi diversi mesi – il posto viene
nuovamente abitato da altri bellissimi diamantini che fanno il nido persino
nelle mangiatoie.
Del passato restano i ricordi, compreso il gatto Ribes, così
buono tanto che “non faceva male a nessuno”, benché credesse di essere il
padrone della casa. C’è una riflessione di Alex: voler essere libero come quegli
uccellini. Ma la vita chiama e un giorno queste gioiose immagini resteranno
nella memoria a testimoniare un periodo felice al quale chi è dotato di
sentimento talvolta desidera di fare ritorno.
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Recensione |
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