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Donne di parole.
Venti poete messicane

Antologia. Si
apre con due potesse storiche: Sor Juana Inés de la Cruz (1648-1695) e Rosario
Castellanos (1925-1974). Nel primo caso le poesie seguono la metrica, infatti
sono riconoscibili ottonari ed endecasillabi, ovviamente se rapportati alla
nostra metrica. La seconda autrice invece – sono passati tre secoli dalla prima
– esercita il verso libero, come peraltro la maggior parte delle poetesse di
questa raccolta. Se, come annota il curatore, vi è una notevole differenza di
stili, il che non può che essere positivo, a noi pare che una cifra tipica della
poesia di lingua spagnola in un certo senso accomuni le autrici.
Per esempio, la
poesia in tale lingua sembra quasi che sia in grado di creare immagini di grande
bellezza e di un’intensità in genere sconosciute ai poeti nostrani, il che fa
pensare a un García Lorca. Ciò non toglie che i contenuti acquistino quella
terrestrità che è implicita in certe etnie. Ma proprio l’attenzione al
reale, se lo evidenzia, lo traduce nella parola in una dimensione che è sempre e
comunque poetica.
Qui, tra l’altro, abbiamo due poetesse, o poete,
che chiudono la raccolta non in spagnolo, ma anche in zapoteco (Natalia Toledo)
e in lingua maya (Briceida Cuevas), completando così il panorama della poesia
messicana nelle sue varie articolazioni linguistiche, più esattamente
geolinguistiche. Resta dunque un colore, se possiamo dir così, che
attraversa le diverse modalità stilistiche, ma nello stesso tempo definisce i
linguaggi inclusi, però dotati di loro autonomia creativa.
Le venti autrici
antologizzate sono: Sor Juana Inés de la Cruz, Rosario Castellanos, Elsa Cross,
Jeannette L. Clariond, Coral Bracho, Myriam Moscona, Verónica Volkow, Lucia
Rivadeneyra, Minerva Margarita Villareal (1957-2019), María Dolores Guadarrama,
Marianne Toussaint, Carmen Villoro, Leticia Herrera, María Baranda, Dana Gelinas,
Mariana Bernárdez, Leticia Luna, Enzia Verduchi, Natalia Toledo, Briceida Cuevas.
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Recensione |
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