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Il sorriso del mare: dieci poesie d’amore

Poesia. Dieci poesie è un numero sufficiente per valutare un autore o una raccolta. Il lungo percorso letterario di Pardini è già una garanzia, e inizia negli anni novanta del secolo scorso.

Un soggetto come l’amore è indubbiamente tra i più utilizzati dai poeti, ma anche quello dove si misurano le loro capacità, ossia rinnovare quei concetti praticamente eterni, che tuttavia danno luogo a un’infinità di interpretazioni. La raffinata scrittura dell’autore ci introduce in un mondo linguistico figurato, in cui il tema viene sviluppato ponendo attenzione alle sfumature del linguaggio, e benché non vi siano strutture metricamente conformate si sente però quel quid che proviene da un solido retroterra culturale.

È il significato ad assurgere a valore quasi assoluto: l’amore, che spesso viene travisato, lo si ritrova nella forma più pura, non ancora dominato dall’istinto, ma da un’immagine, che poi si traduce nella mente e nello spirito divenendo un pensiero intenso, facendo vivere l’individuo in una sfera trascendente, tanto è la forza della fantasia. La figura femminile è Delia, rivissuta nel pieno di una stagione tardiva, per cui mantiene quella intensità emotiva che la memoria trasfigura. Il ricordo quindi non è sterile rimpianto, ma riproposta di un evento che rimane come parte di noi, anche se la realtà tende a spegnere gli impulsi del cuore.

Poi c’è il ritrovarsi, e il fascino antico pare dissolto: “fra le braccia mi son trovato il vuoto.” Eppure il poeta riesce a rievocare con la forza di un sentimento non caduco ciò che era, portandolo all’oggi: perfino la natura (il mare) ha perduto “il dolce richiamo dell’onda di una volta.” Il poeta però vede le cose con gli occhi dell’anima: quella innocenza che si pensava perduta ora ritorna in altre forme.

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