Io e la Governante. I miei giorni del coronavirus come li ho vissuti

Diaristica. La
pandemia che grosso modo è iniziata nel febbraio 2020 ha dato luogo a una serie
di pubblicazioni e anche opere d’arte per la sua incidenza come aspetto
psicologico. L’isolamento produce spesso problemi di quel tipo, e questo si deve
in primo luogo al fatto che l’essere umano è un animale sociale, mentre esistono
animali che fanno della solitudine la loro essenza.
Dopo la fine della seconda
guerra mondiale non si era più abituati ad affrontare un’emergenza che impone
determinate regole e certamente dei sacrifici, in poche parole la restrizione
della libertà individuale come elemento acquisito. Perciò un diario, seppure non
giornaliero, presenta un interesse indubbio, poiché tale esperienza può venir
posta in parallelo e quale paragone con quelle dei vari lettori.
Il 9 marzo
2020, dopo aver celebrato la festa della donna, il corriere consegna alla
scrittrice il suo libro I nostri anni così. Nel frattempo le norme per
affrontare l’emergenza sanitaria diventano più stringenti, producendo non di
rado un senso di sgomento e perfino di paura. “Io non avevo appigli” scrive
l’autrice, e tuttavia un appiglio notevole poteva già essere rappresentato dal
libro, opera che definiremmo viva, com’è vivo ciascun libro stampato e
letto, un universo di pensieri e riflessioni che si traduce nella scrittura,
prerogativa esclusiva degli esseri umani.
Entrando quindi nel percorso di questo
diario scopriamo anche diversi modi di ovviare alla mancanza di rapporti
diretti, finanche associativi, questi ultimi parte di un tessuto sociale che
rende operante la cultura. La bolla in cui si viene rinchiusi può
tuttavia risultare un momento interiore, e la speranza un giorno di uscire alla
luce. L’ingegnosa invenzione di una Governante raffigura l’ipostasi con la quale
possiamo dialogare, l’io infatti non è mai univoco; c’è chi lo ritiene
capace di moltiplicarsi: chi ha entro sé un mondo spirituale può divenire
infinito a suo piacimento.
Nello stesso tempo però comunicare con un doppio
rischia qualche complicazione. A conferma di quanto detto, l’autrice annota:
“Scrivere è terapeutico. Non ti senti sola.” Quando si arriva al 5 maggio 2020
si ha quasi la certezza che il peggio sia passato, ma la realtà toglie ogni
illusione: il virus è una entità cieca che agisce nel contatto fra le persone e
in tale misura si espande.
Il 6 luglio 2020 un risveglio che dà la sensazione di
“vivere in un luogo senza limiti di spazi, senza tempo, senza peso.” Forse, dopo
la conclusione di una vicenda terrena può prospettarsi questa dimensione:
desiderio o timore. Al momento in cui scriviamo (marzo 2021) sussiste ancora
l’incertezza a debellare la pandemia, e probabilmente il vaccino è la soluzione
decisiva. Nel testo sono riportate immagini a nome di Lunetta Gamberini: figure
della natura come uno spiraglio intimo, là dove nessun virus è in grado di
cancellare la bellezza delle immagini.
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