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La mia vita in jazz

Saggistica. A dodici anni l’autore scattò una foto all’icona fondamentale della musica jazz, Louis Armstrong, del quale è impossibile dimenticare la particolare voce: a ragione quindi egli è l’Alfa Omega per Duccio Castelli, musicista, scrittore e poeta.

Una documentazione con illustrazioni e una elegante grafica. Ora il jazz, in un secolo e più di vita, ha subìto come tutte le cose dei cambiamenti, trasformandosi e sviluppandosi secondo talune linee, ma il suo influsso si è esteso anche alla musica cosiddetta classica, sia sufficiente fare i nomi di Ravel o Stravinskij, segno quindi di una vitalità inesauribile. Si è anche, in un certo senso, commercializzato, se pensiamo alle grandi orchestre di un Whiteman.

Queste metamorfosi peraltro sono connaturate all’ordine di una supposta evoluzione, ma a noi sembra che l’anima del jazz sia proprio in quelle improvvisazioni che colgono il momento ispiratore e quindi vanno registrate e sono ogni volta irripetibili: con questo si vuol dire che il jazz non dovrebbe venire scritto, anche se sussiste tale possibilità. Peraltro improvvisare non è una pratica nuova se si pensa ai lunghi melismi che i cantori del gregoriano potevano ad libitum eseguire, per esempio sull’alleluia. Il jazz in Italia sembra meno seguito, se non da un pubblico di appassionati cultori, mentre è ampiamente diffuso nel nord e sud America. La pubblicazione riporta diversi ‘ricordi’ dell’autore e riesce a ricreare quel particolare clima che la musica sa esprimere anche attraverso la parole.

La discografia di Castelli è alquanto estesa: parte dal 1962 in disco, per arrivare al 2018 in CD. Negli anni ottanta alcune registrazioni sono su musicassetta, che all’epoca andavano per la maggiore, fin quando la Philips ‘inventò’ un CD, ancor oggi base diffusiva per ogni tipo di musica.

Non va dimenticata la bibliografia letteraria del Nostro. C’è una prosa (Una ragazza per quattro mesi) che risale al 1963, ma è stata poi edita nel 1995 e nel corrente anno. Le prose hanno spesso aspetti poetici o umoristici, mostrando una notevole varietà di soggetti, ma apprezzabile è anche la produzione poetica.

Recensione
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