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La versione
dell’albero
Poesia.
Dall’esordio con Intonazioni nel già lontano 1995, il percorso di Sato
poeta (ma è anche un eccellente fotografo, come dimostra l’immagine di
copertina) riserva sempre delle sorprese, e non perché, come in taluni, vi siano
elementi per così dire bizzarri, ma anzitutto per un progetto che si va
definendo nel tempo secondo una logica che unisce al rigore formale la libertà
di una fantasia che nessuno potrebbe, a priori, prevedere. In particolare, i
soggetti di suono, luce, rosa, [...] per arrivare alle metamorfosi del cuore,
sino a questa versione di notevole originalità e di penetrante analisi –
ma la parola è inadeguata – di un tema che altri hanno seguito ma nessuno è
riuscito a svolgere con una dovizia di idee supportate da una fervida eppur
logica immaginazione.
Perché l’albero, preso nel suo insieme, possiede
senz’altro una estesa simbologia, che va dall’asse del mondo alla valenza
mistica, non disattesa nemmeno dalle recenti indagini in tal senso. Non sappiamo
se questi sono i presupposti che hanno ispirato il poeta, ma la quantità di
invenzioni è tale che ogni singolo tratto ne viene compreso e sviluppato con
quell’intelligenza creativa che rinnova ogni volta il paesaggio poetico.
L’albero è inteso nella sua entità fisica, che significa, in determinati casi,
la durata, la forza vitale dell’essere, il suo riprodursi e resistere, quasi il
preludio di una eternità che ancora non è stata raggiunta, ma non è improbabile.
Gli esempi che potremmo produrre in pratica non si contano. Scrive il poeta:
“Come si muovono gli alberi!” — quello che sembra un ossimoro viene tradotto
nella realtà attraverso una sapiente intuizione, ossia che “ogni ramo ha una sua
via”. Proviamo ad approfondire il concetto: nell’uomo tutto è in funzione di un
insieme, nell’albero invece ogni parte è dotata di una specie di autonomia, che
certo non rifiuta l’insieme, ma lo coordina in un modo suo proprio.
Ed è la
crescita un’origine del movimento, mentre l’uomo che appare mobile rimane invece
nel suo immoto stare: simile convinzione dimostra che se la ragione è
costruttiva, la capacità fantastica scardina talune certezze che derivano dal
nostro non saper vedere oltre o dentro. In una poetica di questo tipo è evidente
che la metafora arricchisce un contesto già per sua natura fertile. Ecco che “La
pioggia è il sonno dell’aria” — si potrebbe mai concepire una simile distanza
dal punto d’inizio? La parola crea dimensioni inesplorate e ci pone davanti
figure che sorgono come d’incanto, elevandoci dalla piatta realtà a un livello
dove solo la poesia può giungere.
Un’altra metafora, o meglio frase nata da un
principio visionario, è “e l’amore che scivola fra erbe rare”. Se proviamo a
interpretare il verso, si vedrà che sorge da un sentimento universale, l’amore,
assunto nella sua accezione primaria, un sostantivo astratto allorché si
riferisce in generale, ma concreto se riguarda una persona, e tuttavia i
grammatici differiscono nelle loro catalogazioni; fatto sta che l’amore
astrazione scivola fra erbe rare – e l’aggettivo non è casuale – che sono
concrete ma perdono di concretezza a causa della loro rarità.
Tuttavia
l’organizzazione dei testi non inficia il valore puramente estetico che ne
risulta, vale a dire che la poesia in gran parte anche nel presente viene intesa
come trasformazione di una essenziale materia linguistica in materiali plasmati
in forme inedite e in sensi che sovente sfuggono alla normale percezione, e di
percezione è necessario parlare quando la scrittura adempie alle sue
caratteristiche che il poeta vi impone. A volte si ha l’impressione che la
creazione del linguaggio dipenda più da un’idea originaria anziché da un dato
successivamente elaborato.
Quanto esposto è solo una piccola frazione del
lessico costruito con una non comune sensibilità per le parole, se le parole
diventano cose e viceversa. La compattezza testuale del libro è rappresentata in
primo luogo dal tema centrale, l’albero, da cui discendono le deduzioni
ancorché fondate sopra la sostanza e tradotte nella cifra stilistica peculiare:
è l’estro, la variatio che domina l’intreccio delle differenti fasi
riportate a un denominatore comune.
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Recensione |
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