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Maria Luisa Spaziani

Saggistica. Un organico e documentato saggio che ha ottenuto il primo premio assoluto per l’inedito a I Murazzi 2022. Dicevamo organico perché diviso in cinque capitoli che studiano la figura e l’opera della Spaziani (Torino 1922 - Roma 2014), considerata una delle maggiori autrici del Novecento italiano, e ovviamente questo saggio è dedicato alla sua memoria.

Le note biografiche seguono un interessante percorso letterario, poiché la poetessa (ma va ricordata anche l’altra produzione) già a dodici anni componeva versi. La seconda riguarda il sodalizio con Eugenio Montale. Il poeta era anche critico musicale, le cui preferenze ci dicono (vedi Petrassi che pure metterà in note tre suoi testi) che era piuttosto su una linea ‘tradizionale’, peraltro riteneva che la parola veramente poetica avesse in sé la musica e non fosse quindi adatta a venir musicata. Sappiamo per esperienza che un sodalizio tra due letterati è per certi versi problematico, tanto più tra un uomo e una donna, la cui amicizia può cambiare in qualcosa di diverso l’intensità del rapporto.

Non sempre, tra l’altro, sono accettabili taluni giudizi, almeno fino a quando il poeta non è in grado di rinunciare al proprio modello. Perciò la Spaziani, non trovandosi d’accordo su alcune correzioni, con intelligente diplomazia non pubblicò quei versi. “Sei tu che brilli al buio?” questo passo di Montale riferito alla Spaziani evitiamo di commentarlo, ognuno vedrà ciò che crede di vedere. La terza parte riporta l’analisi dei testi poetici, ed è qui che si rivela tutto l’acume della Olivo Fusco nella interpretazione dell’opera poetica della Spaziani, ma la Olivo Fusco precisa di non essere un critico e la sua analisi nasce dalla passione del soggetto. In questo caso però non è un male non essere critici, infatti l’appassionata disamina dell’opera va al di là di una fredda esposizione formale, coglie invece la sostanza dell’oggetto esaminato, quel sentimento che spesso sfugge alle analisi di tipo tecnico. Vengono proposti tre modi di leggere una poesia: con gli occhi, con la mente, col cuore. Nel primo modo è evidente che la poesia è sulla pagina: questo serve per una lettura certamente veloce, ma poi dovrà ritornare ad approfondire anche l’aspetto grafico, che in diversi casi non è proprio secondario.

Da tale aspetto nasce l’esegesi, l’annotazione storica e linguistica. Nel terzo modo emerge il valore emotivo del testo. In quanto alla tecnica, la stessa saggista osserva l’uso di versi in metrica regolata, come l’endecasillabo, che sembra sopravvivere alle mode del tempo. Superfluo affermare che pure il verso libero ha una sua metrica, da considerare nell’unità versale. Per ovvi motivi non riportiamo più ampiamente brani della Spaziani, il lettore troverà nel libro diversi esempi tratti dalle sue composizioni, ma non possiamo evitare di citare il testo tratto da L’occhio del ciclone, un apparente elenco, una forza propulsiva che spinge in superficie i nomi, le cose, le idee, per quanto sottese: “Dedalo, bolgia, nodo, arco continuo, | arco spezzato, cuspide, saetta” [...] — crediamo che, malgrado la limitatezza dell’esempio, il passo sia sufficiente a dimostrare la poetica della Spaziani. Nella quarta parte vengono considerate le tematiche, che già erano anticipate come metodo nel capitolo precedente. In primo luogo la vita: è terribile non ricordare, ma a volte anche ricordare; l’oblio può essere misericordia, mentre l’oblivione copre qualsiasi conoscenza.

Ciò si collega alla fine della vita: i morti non possono ricordare. E, a proposito dell’amore, potrebbe essere “una maledizione che piomba addosso” (Buzzati). Cos’è esattamente l’amore? I confini posti dalla nostra fisicità diventano una dannazione, il contrasto fra carne e spirito non fa che produrre sofferenze. Ma, naturalmente, la Spaziani segue la sua via, che a volte s’incrocia con altre, a volte no. Non minore interesse riveste la quinta parte, il ricordo personale, che ci rende l’immagine viva della poetessa, nei rapporti per così dire quotidiani, nella sua essenza umana. “Un poeta è vivo fin quando verranno letti i suoi versi”: è questa una certezza?

Recensione
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