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Paolo Volponi romanziere. Il fascino della società

Saggistica. Le prime centotrenta copie di questo saggio contengono due incisioni originali di Renato Bruscaglia (Urbino, 1921 – Bologna, 1999). Foto dell’artista a p. 258, fotografo Giorgio Donini. Paolo Volponi a p. 6 in una foto di Isabella Balena (Urbino, 1993). L’autore del saggio a p. 256 in una foto di Ennio Brilli (Urbino, 2008). Spesso viene da chiedersi cosa si prova a introdursi nel cantiere linguistico e creativo di uno scrittore, nel tentativo di decifrarne il mondo umano e spirituale.

Paolo Volponi (1924-1994) è stato ed è un poeta e scrittore di notevole importanza del panorama italiano in particolare. Ma, si sa, spesso anche scrittori e poeti notevoli vengono poi quasi dimenticati o appartengono al più alla storia della letteratura. Perché Volponi, come peraltro tanti altri, è partito dalla poesia per approdare piuttosto alla narrativa. Vi sono tra le due tipologie non poche differenze per chi vuole tenerle separate, ma accade che una tipologia penetri nell’altra e la trasformi.

La conoscenza che il saggista ha di Volponi è tale da affidarci sostanzialmente a quelle acute osservazioni, con riporti di brani, che ci propone, tanto più che ha letto e riletto l’opera. A dir la verità, un’opera non si finisce mai di rileggerla. Come la vediamo? una decifrazione della società – e sarebbe il caso di Volponi – oppure la fuga in un mondo di parole che, costruite sull’io, della società ci dà un riflesso per interposta interpretazione.

Nell’uno e nell’altro caso scrivere è un esercizio astratto e, volere o no, l’autore vi si rispecchia con una scelta che incide sul vocabolario adottato e nelle descrizioni che ogni volta immagina e crea. A proposito di Corporale il saggista ci fornisce una preziosa indicazione su come si deve leggere: esigendo una concentrazione fedele. Se non si ama la scrittura, e nello specifico l’autore, non solo viene meno la comprensione, ma leggere diventa un atto inutile.

Dalla prima (scrittura) si arriva al secondo (scrittore): per questo motivo non esisteranno mai pagine noiose, ma vive e vissute in noi. È quello che percepiamo in questo fondamentale lavoro. Ci pare già di intravedere chi è Volponi. Il suo stile, come ci dice Capodaglio, avvolgente: noi dobbiamo abbandonarci alla lettura, ma prima essere indotti in tentazione. Qualsiasi enciclopedia può fornirci i dati biografici e bibliografici dello scrittore qui esaminato, ma è nel modo di farcelo conoscere che risiede l’importanza di un saggio.

Un punto chiave comunque lo troviamo a p. 29: Volponi è un autore dentro la storia. E allora si biforcano le preferenze, tra chi scrive realisticamente e chi per inventiva: ovvio che non ci sia mai una netta separazione tra le due opzioni. Lo stesso Volponi ci assicura che “il potere è il contrario dell’immaginazione”, sapendo bene che esiste un divario tra immaginazione e fantasia: forse la prima è più pericolosa per il potere.

Recensione
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