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Vorrei...
Poesia. Suscita
sempre interesse una nuova raccolta del ben noto autore, che ha pubblicato tra
l’altro biografie di musicisti, spaziando quindi in un ampio campo, anche
linguistico, difatti sette raccolte sono in lingua slovena, capacità dunque di
coordinare e rendere più completa la visuale dell’attuale mondo delle lettere. È
nostra convinzione che un libro, di qualsiasi tipo, finisca per stimolare delle
domande, o riflessioni sul senso della scrittura che poi si traducono nel senso
stesso della realtà, del perché si scrive e quale ne sia il fine. Già il poeta
mette in luce una sua filosofia, come si suppone abbia ciascun essere
umano, o, se non altro, quella visione delle cose che si accentra sull’io,
talora lo condiziona e comunque lo completa.
“Nulla nella vita è perfetto”: ed
ecco che già qui ci viene da chiedere cosa sia la perfezione, certamente non
nelle cose se anteponiamo un modello ideale, per cui il pensiero rifuggendo da
una forma (è in questa che i più ‘tentano’ la perfezione) e dal sostrato
biologico potrebbe avvicinarsi all’ideale. È pur vero che Tavčar vuole
avvicinare il lettore con un linguaggio non ermetico, ma l’aspetto figurato deve
ovviamente averne parte, come nell’inizio di Lo so oggi? che sviluppa il
significato con un passaggio traslato fortemente immaginativo.
Ma la lingua
contiene il germe di un ‘evolversi’ del dettato, sino ai valori fonetici e
figurativi, non del tutto distinti: “graziose fanciulle agghindate | sfarfalleggiano gioiose | lanciando | perlate grida animate.” Superfluo
rimarcare l’inventiva di derivazione linguistica in una quasi pirotecnica
bellezza descrittiva. In Paura della morte il poeta si può dire mette il
dito sulla piaga: nessuno vorrebbe morire, salvo casi estremi, e si farebbe
qualunque cosa pur si sopravvivere, ma la morte potrebbe essere un
fondamento di giustizia, fin là e non oltre, e ognuno segue il proprio destino.
La soluzione?
Ci sembra sia il poeta stesso a indicarla nella lirica Essere:
abbandonarsi alla natura sapendo che ne facciamo parte e infine ogni creatura
tornerà alla sua fase iniziale. Forse teoria, ma senz’altro una speranza.
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Recensione |
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