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Con mano tenera e sapiente, come di chi ha esperito militanza anche con la pittura, quella che non teme l'horror vacui della tela lasciando indelimitati campi d'indagine al lettore, Ciro Cianni ci consegna questa plaquette giovedì, edito da Lepisma, 2008, per dirci che non tutto si perde con la morte, anche se l'assenza fisica di chi abbiamo molto amato, ha lasciato nelle nostre carni solchi d'indelebili lezioni d'anima. Dalla prefazione, come sempre esaustiva e indicativa, Dante Maffia non solo ci indica quale strada nuova percorre Cianni, ma gli pone a fianco autori che non hanno temuto di ribaltare schemi ricorrenti di agnostico relativismo, provandosi a tracciare pennellate scritte in direzione del Cielo, del "raggio di sole che ci illumina".
L'amore si può conservare solo se si dona, e lo si può donare
perfettamente solo se lo si è ricevuto, scriveva Thomas Merton e
nell'esile struttura sintattica del dettato di Cianni gli elementi
essenziali della poesia si caricano di valori logici, fonici e analogici
che vanno in quella direzione, senza trascurare la significanza della
parola e la funzionalità di un ordine di scelte sentito come necessario,
come dovuto:
Cianni elabora in maniera personalissima questo incedere accanto, e
non sai fino a che punto i versi ricordano o ricreano, secondo le
proporzioni di un comune ascolto del Vangelo, esperienze e vissuti
intrisi di lampi di fiducia o di terrestri miserie: Anni fa ebbi modo di scoprire, nella raccolta alba e ritorni ed. Lepisma 2003 elaborato assieme a Fabrizio Pepe, come il Nostro scavasse dentro alla parola un contrassegno di per sé esauriente, depurato da calchi aggiuntivi. Se volete parole stagliate come amigdale per segnature brevi, rapide, sempre in cerca di perfezione significante. Anche nella silloge che stiamo esaminando si ritrova questa alacre levità: "spio | distanze | | dal cielo" o ancora " accenderò | candele nel deserto | bruceranno discese | tra parentesi tonde." Scrittura epigrammatica, certo, ma viva e convergente anche quando divaga seguendo il doppio estro di poeta e pittore, sublimando gli occhi con lemmi di colore come nella poesia "barche": " dimenticano | d'inverno | gli ombrelloni" e in quella successiva "linee": " alberi | a cielo | per strappi | di città | di parentesi | a scarpe rosse".
La tenerezza dell'amore gratuito espresso per zio Gigi
inavvertitamente si sposta verso la " Rosa d'amore" che lasciando
intatta la freschezza dello sguardo, diviene stretta di mano, abbraccio,
senza che il respiro di Cianni si spenga nella forma "chiusa" poiché gli
spazi aperti dentro alle strofe, agevolano al lettore ulteriori
modulazioni di tinture e di evocazioni: Con la poesia di Cianni siamo lontani da posizioni ribelli o maudì, il sentimento della vita, quello educato al seguito e sull'esempio di una persona vocata alla sequela di Cristo, accendono pensieri vivi e maturi, pensieri che si fermano di fronte allo stupore dell'ascolto e dello splendore del cielo o per dirla con Isaia:" Nella calma e nella fiducia è la nostra forza". |
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