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Pier Antonio Milone è uno dei tantissimo medici che, sopratttutto dopo
il pensionamento, ma non solo, cedono alla passione letteraria che covavano nel
cuore e compongono poesie di rilievo; ma l'Autore è anche e soprattutto un
pittore di pesaggi intenso ed appassionato, di grande valore e ben conosciuto.
Il libro, che ha due prefazioni (una di Liana de Luca e l'altra di Gian Giorgio
Massara) ed una introduzione dell'Autore stesso, rispecchia nelle sue tante
tavole policrome e bellissime l'arte pittorica dell'Autore, soprattutto paesaggistica, e, nelle
poesie, che si intersecano alle pitture, la sua eccellente vena poetica. Ma a
conferma che siamo di fronte ad un vero intellettuale e ad uno spirito immerso
nel bello, anche numerose sono le citazioni di grandi pensatori e di poeti (Emu, Pavese, Celan, Rilke, Caproni, Eliot, Jabès, Rimbaud, Kristeva, Achmatova, Melotti, Nigro, Seferis, Borges) e li abbiamo citati tutti, crediamo, anche per
sottolineare la cultura dell'Autore.
Pittore di paesaggi piemontesi soprattutto, di vero talento,
iscritto a diverse società ed anche espositore delle sue tele. Le poesie, ed
anche i quadri, in fondo, ci parlano della caducità della vita, della solitudine, e
della fede che attenua la "disillusione"dell'Autore nei suoi incubi e nelle sue
"tristezze" in una poesia ben scritta e ben misurata.Un grande pittore quindi, ed
un poeta.
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Recensione |
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