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Poesia.
La scrittura – specialmente poetica – ha questa proprietà: che una sua parte sta
dietro le parole, quasi che il linguaggio fosse un’apparenza o una copertura al
mondo interiore. L’assenza si nota: ‘ciò che non è stato’ si intuisce, da
ciascuno con diversa sensibilità, e la superficie diviene mobile, sfuma in
un’area (alea) metafisica, nell’universo delle cose che non cadono sotto il
potere dei sensi. Può accadere che l’esterno penetri, ecco allora: ‘Le nostre
stanze | abitarono silenziose | in noi’ (p. 26) – forse uno degli aspetti della
memoria, che a volte investe come onda impalpabile, portando all’oblio (p. 15).
L’autrice dimostra come sia possibile agire con la forza del lessico e la
relativa intuizione in spazi ulteriori, in un calcolo di probabilità, di un
passaggio che rende incorporea la presenza.
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Recensione |
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