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Cara Marisa,
anziché fare una vera e
propria recensione ho preferito seguire un percorso nel volume Dell’amicizia my
red hair segnando qua e là quei punti che mi hanno particolarmente colpito (sul
significato complessivo mi pare che Vacana abbia ampiamente e autorevolmente
dissertato).
La
praefatio mi dà un felice avvio
poiché anch’io desidero ‘note lucenti d’amicizia’, di un
sentimento cioè che è alieno da secondi fini; e quel verso finale ‘da chi nel
mistero permane’ mi rimanda con la memoria alla l)ickinson che
presagisce il ‘cuore del mistero’. Con la parte I il
viaggio ha preso l’abbrivo; ma subito noto il linguaggio alto (loquire)
che fa parte del tuo caratteristico stile, non intellettualistico ma di cultura
vicina all’umano (p. 16) e il bel passo ‘Come la vigna là nel brolo’
(p. 16) mi riconduce all’infanzia, ai ‘grappoli d’oro’, alla bellezza della vite
(nell’agosto 1957 scrissi un’ode alla vigna). C’è quindi un filo
spirituale e logico che unisce al ‘nettare-ricordo’ (p. 17) e
all’etica stella (p. 18), una perfetta sintesi di simbolo e significato (intanto
continua incessante il ritmo lavava). Non che non vi siano momenti di
dubbio, che rende forte la fede, la sottopone alla prova davanti ‘al bivio
confuso di verità’ (p. 19). Bellissima ‘Riti bambini’, in
ispecie per i due versi finali; poi a p. 21 un’immagine poetica che rapida si
mostra (guizzi ribelli), e pare vincolarsi al ‘sottile velo d’ansia’
(p. 22). In ‘Agresti rifugi’ trovo un inizio di efficacia rappresentativa (vv.
1-2) che in modo immaginifico si ricollega alle ‘vendemmie luminose’
(p. 24); ed ecco un passo di notevole finezza, tutta trapunta fra parola e suono
(p. 25 v. 3); non è forse in linea con l’ultimo verso di p. 26 dove la finezza
espressiva si sposta al rapporto con gli altri? Perciò devo dire che la tua
poesia davvero acquista un valore non solo attuale ma in un ‘tempo senza tempo’
(p. 27). E se si vuol vedere la poesia in senso classico allora il verso ‘E
ninfa spirito boschivo’ (p. 28) mentre un senso di gioia emana dalle
‘campane sciolte nel cielo’ (p. 29); a p. 30 un aggettivo universa
riferito a storia (ne avevo esempio in Bol. II-57). L’unione
sintattica in stretta relazione a p. 31 (in rosari quesiti) ma che può vedersi
anche come inserimento; nel v. 2 di p. 32 il latinismo di ‘umana-pietas’
s’accoppia alla perfezione con ’d’umili viole’ se pur il legame potrebbe non
risultare obbligato; la trasfusione dal sostantivo all’aggettivo nel
testo che segue (p. 33) il cui titolo torna al v. 2: qui il colore rende alla
meraviglia in senso di lutto, come peraltro l’anfora. Si chiude con una figura
di grande lievità a p. 34 questa prima parte: ‘alata entrava j l’offerta della
sua presenza’.
La
parte II si apre con splendide immagini, una a p. 37 ‘d’azzurre creature
fluttuanti’ per il sentimento magico che si coglie; ripete quindi il
ritmo ‘E lavava lavava’ (con la E è un settenario anapestico) p. 38,
e vi sono dei ritorni, per esempio l’etica stella (cfr.
p. 18) che dispone tutta la raccolta in un movimento ciclico (come pure la
rossa criniera o riccioli d’oro); chiaro emblema la ‘vela
vergine issata’ (p. 41) con ricordi mitologici ma vicini alla realtà d’oggi
(p. 42); davvero la poesia (la tua in special modo) può farci intuire ‘fronde
prima mai viste’ (p. 43). La fantasia non conosce confini, intendo relazioni
originali (piazze-comucopie radiose, p. 44) che poi si amplia nel verso
successivo. Prosegue il nostro (mio) viaggio poetico con ‘melodiosa
cadenza’ (p. 45) così da incontrare e perseguire l’armonia
tra sé e le cose (p. 46 v. 1); poi a p. 47 trovo nel verso ’luminosa nell’incanto
mimosa’ un tipo di asticcio senza rima conseguente; la lirica a p. 48 mostra
come l’autrice riesca anche ad usare un linguaggio attuale ma calato nella sua
personalità e fatto proprio; l’idea di un ‘amore crepuscolare’ si
riflette nel testo di p. 49, segno di forte continuità stilistica; se invece si
rivolge a forme di una poesia classica noto la preposizione articolata pei
(p. 50) per attenuazione fonetica. nel v. 4 (ottonario dattilico); lo stesso
asticcio quindi a p. 51 v. 6, con la seguente immagine impetuosa di ‘stelle
esplose nella notte’ e l’allitterazione armoniosa ‘avvolti da un velo
di viole’ (è questo uno dei testi più ricchi); uso invece disinibito
di talune verbi (azzurrare, limpidare?) a p. 52; immagine quasi visiva nel
‘sorriso bocciolo’ (p. 53); squisiti passi musicali a p. 54 e unioni
sintagmatiche sempre originali a p. 55. Con l’essenziale Commiato
(certamente altro esito importante che sa coniugare sintesi e bellezza creativa)
si chiude così l’affascinante viaggio nella tua poesia.
Con affetto.
Luciano
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