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Poesia. L‘indecisione sta nel collocare (le etichette a
volte creano dubbî) i testi di Castelli in una categoria; infine si potrebbe
azzardare: missive poetiche o poesie epistolari. Sono comunque indirizzate a
diversi personaggi, da Quasimodo (che aveva ‘sparato’ uno dei suoi perentori
giudizi) ad Armstrong (l’autore è musicista jazz), da Giulio Cesare a San
Francesco: come si vede, tipologie talvolta contrapposte, che hanno suscitato
interesse ispirando il poeta. Poi ci sono i familiari, tra cui il padre, tre
lettere. L’operazione non è esclusivamente letteraria, andando a rilevare un
dato di fatto: ‘L’italiano attuale non solo sputa nella minestra che mangia, ma
ci piscia dentro’ – A Carlo Castelli, classe 1820, in riferimento alla famosa
frase ‘L’Italia è fatta: ora bisogna fare gli italiani’ (p. 29).
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Recensione |
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