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Narrativa. Il
romanzo storico è uno dei filoni che vanno per la maggiore, ma mentre molti si
collocano in improbabili medioevi o epoche favolose, questo, con cui l’autrice
esordisce in campo narrativo, è perfettamente credibile per l’accurata
ricostruzione del periodo, dal 347 d. C. all’anno della morte di Giuliano (363
d. C.) la cui figura rimane sì sullo sfondo, ma rappresenta il tentativo di
opporsi al cristianesimo ripristinando le deità pagane: un crepuscolo, in fondo,
glorioso dal punto di vista etico, e più tardi l’ingloriosa fine di Roma.
Notevole la precisione ambientale, con termini greci e latini in gran parte
spiegati a lemma nel dizionarietto in appendice. Le vicende vengono narrate
molti anni dopo (maggio 410 d. C.) e sono spesso avventurose e con arguta
caratterizzazione dei personaggi (elenco a p. 5).
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Recensione |
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