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Saggistica. Il lungo titolo è traccia per capire un saggio che si enuclea per differenziazioni anche in senso tipografico – l’uso di differenti caratteri in funzione segmentatrice e rilevatrice: è come se una somma di disparati elementi, che la specificità tiene congiunti, stiano cercando un centro – cioè Sandro Penna – verso cui convergere facendone scaturire un brillìo di significati che sfuggono facilmente al profano. Peraltro il dato ‘particolare’ del poeta incide fino a un certo punto. Frammenti e citazioni circolano all’interno di un’esegesi serrata, criticamente acuminata: sia esemplare il paragrafo con incipit ‘Il pali’ (p. 43) per rendersi conto che lo svolgimento verbale si propone quale strato ulteriore, distribuendo una sottile ma solida rete di ‘referenze’ quasi a dimostrare che un’opera non si disgiunge, salvo rari casi, dal tessuto socio-linguistico in cui si realizza. La varietà bibliografica alle pp. 57-63 sembra confermarlo.

Recensione
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