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Poesia-saggistica. Sulla figura di fra Dolcino gli storici non sono concordi:
taluni lo ritengono un impostore, altri un martire. Fatto sta che finì
sul rogo dopo esser stato ‘torturato
da tenaglie roventi’
(XXVIII,10). Simili crudeltà
fanno rabbrividire, soprattutto perché
i colpevoli erano uomini della Chiesa
–
e l’Inquisizione
dimostra a che punto può
arrivare il fanatismo (e l’interesse,
tutt’altro
che ideologico), non importa se religioso o politico. L’autore
traccia la vicenda di fra Dolcino in trenta decametri (più
comunemente detti decastici) di endecasillabi talora ardui, come
‘e
la Lombardia non è
diversa’
(XII,9) che presenta dieresi d’accezione.
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Recensione |
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