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Poesia.
Prosegue col Quarto Libro l’opera singolare di Gio Ferri: un sunto dei canti
fino al XXV alle pp. 9-13. Un ‘poema interminabile’, se pure ogni impresa umana
prima o poi ha un termine. I dieci canti presentano caratteristiche differenti:
i primi due perlopiù in versi doppi, di sottile eleganza, es. ‘le vive ariose
oceanine’; altri, come il XXVIII, dialogici; o come il XXXI un continuo verbale
entro cui individuare i significati, più strettamente poetici, in quanto emerge
l’inventiva. Il XXXIII è ispirato ad alcuni dei 153 pezzi pianistici che Béla
Bártok compose nell’arco di circa dodici anni: senza dubbio hanno influito
positivamente, suscitando ‘immagini’ linguistiche inedite.
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Recensione |
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