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Narrativa e
disegno. La vicenda umana di Schulz colpisce per la sua tragica fine: nato a
Drohobycz (Ucraina) nel 1892, vi morirà
il 19-XI-1942, ucciso con un colpo di pistola alla nuca da un ufficiale
nazista; conosciamo il nome del suo assassino: Karl Günther.
Così
acquista un’obliqua
luce la sua produzione, divisa tra disegno e scrittura; in quest’ultima
si assiste alla vertiginosa parabola della parola, astrazioni di un’accesa
fantasia, simboli, pagine che tendono a sfuggire in dimensioni altre. Di
contro i disegni, cupi: in essi l’anelito
(l’eterno
femminino?), una tensione erotica mai placata, come se la bellezza andasse
compresa solo con lo sguardo senza venir posseduta.
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Recensione |
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