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Narrativa. Il
lettore occidentalizzato di fronte a questo racconto rischia di trovarsi
spiazzato, poiché è singolare come lo stesso autore: Yukio Mishima – pseudonimo
di Kimitake Hiraoka – nasce a Tokio nel 1925 e conclude tragicamente la sua vita
con un karakiri all’età di 45 anni. In lui si rispecchia l’antico samurai; ma la
sua personalità è troppo complessa per venire qui riassunta; di tendenze
omosessuali, forse masochiste (la celebre foto ove posa come un san Sebastiano
trafitto da tre frecce). Il titolo del racconto (Martirio) dice molto, se
non tutto: pare che nella sua narrazione la realtà sfugga e si profili il mito,
in cui ogni gesto od oggetto è simbolico, anche la morte. Una scrittura
immaginosa, davvero straordinaria, con passi splendidamente e astrattamente
descrittivi (es. a p. 16).
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Recensione |
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