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Poesia. Pur
avendo ricevuto il Nobel sei anni fa e malgrado le non poche pubblicazioni, Gao
Xingjian non è
molto noto da noi, almeno a livello
‘popolare’;
quindi un saggio della sua poesia, proposto da Fermenti, con eccellenti
pezzi introduttivi di F. Bettini e M. C. Pisciotta,
è
iniziativa meritoria. L’autore
cinese, nato nel 1940, orienta la scrittura verso un’essenziale
trasparenza (p. 23) e la lingua rivela tutto il potenziale originario. Gli
esempi qui addotti lo testimoniano, oltre alla vicinanza di taluni modelli, come
nei ‘Quattro
quartetti per un weekend’
(cfr. T. S. Eliot, Four quartets), pièce
riferita a una delle forme più
pure della musica occidentale.
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Recensione |
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