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Narrativa.
Scrivere per il piacere di farlo: è lo spirito di quest’opera prima. Non c’è da
meravigliarsi che sia una scrittura giovanile: l’autrice ha tredici anni, e se
ciò che dice è in un modo estremamente spontaneo, non per questo meno importante
è il messaggio che vuole trasmettere. Vero è che i punti, esclamativi e
interrogativi, fino a più di quaranta in fila, si sprecano; che certe vocali si
prolungano; che vi è commistione di termini. In fondo, questa è la società in
cui i giovani agiscono e si formano. Forse Moccia sta facendo scuola: può darsi
che qualche discepolo riesca a superare il maestro.
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Recensione |
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