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Saggistica. In questo interessante saggio, ricco di spunti di riflessione, la
figura di Simone Weil (Parigi 1909 - Ashford 1943) si staglia con tutte le sue
implicazioni — per non dire contraddizioni. Ritenuta dalla critica voce pura e
alta del novecento, la sua purezza va intesa non tanto nel rigore assoluto di
una linea priva di deviazioni, quanto nel modo di essere, cioè di esprimersi. La
liaison tra misticismo e idea immanente non è rara tra i poeti, per
esempio del periodo rivoluzionario: estremi quasi inconciliabili, ma non per una
intelligenza che ‘esige una libertà totale’ (p. 75). Ogni adesione a schemi
precostituiti diviene atto formale: la quantità di stimoli nell’opera della Weil
nasce quindi dal significato entro l’arco completo del suo divenire, senza
fissare a priori un punto preciso.
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Recensione |
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