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Poesia. Ci sembra che la differenza tra prose e poesie
sia formale: certi fragmenta (e si comprendono le citazioni) seguono un
percorso che le assimila. Di fronte allo sregolamento la poetica di
Mandolini regola o, per evitare equivoci, possiede una valenza
costruttiva nel verso (emerge l’endecasillabo) e nella strofa (numerose le
quartine). Ma questo è un dato che semmai potenzia il contenuto, la cui osmosi è
continua: “Il vento prende una parte di me” (p. 43) o “lascio un po’ di me sopra
gli oggetti” (p. 28). Un rapporto che trapassa la fisicità delle cose e riduce
la stessa presenza umana: “L’età è un cumulo di immagini” (p. 90). Non che
manchi la vena descrittiva: si veda la splendida seconda quartina di p. 134 o il
testo a p. 145, ma nella descrizione il poeta pone qualcosa di più, la
tensione metafisica (p. 148) che attraversa quel “grumo inestricabile di linee”
che è l’esistenza.
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Recensione |
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