Alessia
Poesia. A differenza di raccolte in cui la
molteplicità si espone secondo momenti talora occasionali, in Alessia
la figura diventa il tema centrale da cui poi far emergere una infinità di
sfumature, ma anche di conferme, nel percorso che possiede tratti narrativi ma
non rinuncia a una sua poetica, ove il rapporto tra l’essere e il mondo esterno
tende sempre più ad arricchirsi di nuovi elementi, a volte di autentiche
intuizioni.
Ne consegue che l’altra figura (Giovanni) appare un dato
completivo da considerare in funzione del nesso d’origine: questo per ciò che
riguarda la struttura, sia pure ideale o trasformata nelle parti dell’opera.
Quando si incontrano riferimenti già istituiti, si cerca allora una connessione
con la storia spostata sul piano temporale: né c’è da credere che il 1984 sia un
anno desunto o simbolico quanto piuttosto un incipit che segnala un passaggio e
poi lo sviluppa.
Il soggetto sembra spingere a volte il poeta su territori
‘romantici’, ma si intenda nel senso di un ricupero che supera le secche di
eventuali epigonismi con una cifra sua di rara intensità ‘lirica’ come in
questo passo: “Sta infinitamente Alessia | bionda nella luce frontale | a
contenerla nello specchio | di memoria, scoglio azzurro” con quel che segue.
Alla fin fine la qualità di un lavoro si misura non solo dal lessico in quanto
‘chiave’ ma dalla capacità di approfondirlo e utilizzarlo in una diversa
disposizione sia linguistica che di significato; per tal motivo appaiono
vocaboli di tipo medio-alto, diretta conseguenza della inventio che tiene
di vista il punto centrale, cioè Alessia.
Altre particolarità andrebbero
riportate, specialmente talune univerbazioni in grado di sintetizzare e
schiudere ulteriori spazi immaginativi, per esempio cielodiperla o
freddosera. Ci sarebbe, inoltre, la natura quale traccia indubitabile per
ritrovarsi in un’ispirazione che sale dall’individuale all’universale.
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