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Correnti contrarie

Poesia. Vengono qui riproposte alcune poesie in parte modificate già appartenenti alla raccolta A sensi congiunti uscita nel 2012. È diritto dell’autore ritornare sulle sue composizioni per eventuali cambiamenti: la scrittura è sempre un materiale plasmabile e revisioni o rettifiche mantengono inalterato il senso della poesia nei suoi nuovi aspetti. Per la presente silloge dunque è ininfluente qualsiasi scelta.

Si pensa anche che il linguaggio debba attingere dalla quotidianità, almeno a quel che appare, invece ecco filtrare altri elementi, per esempio il corpo visto nella sua funzione individuale. Ora la conoscenza proviene da un mondo di cose e significati, a volte non correlati. Occorre percepire oltre le apparenze o, come afferma Wilde, giudicare solo da queste? Scendendo in profondità nelle composizioni dell’autrice vi si reperisce un dato sfuggente, sia pure a una analisi linguistica e soggettiva. Pare che nella memoria si sia sedimentato il ‘mito’ per riproporsi con la sua astratta bellezza, che si voglia o no, e nella stessa figura di una realtà naturale intrisa di un pensiero che non volendo si crede eterno. Allora il paesaggio prefigura un senso autobiografico e quasi ‘heautoscopico’.

Nei versi esiste una autenticità incancellabile, poiché dietro sussiste quel retroterra che genera poesia, perciò la creazione diviene un rapporto con ciò che è indicibile e si vorrebbe dire: “Itaca sconosciuta | e abisso, la riva e il bisso, sabbia e scoglio.”

Recensione
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