Dalla
romanizzazione alla Serenissima
Saggistica. Prima
o poi era inevitabile che un’antica popolazione come i Veneti venisse a contatto
con Roma in espansione. La provenienza dei Veneti è a tutt’oggi controversa,
pare comunque fossero originari dell’Illiria. Furono in contrasto con i
Galli-Celti.
I contatti invece coi Romani risalgono al terzo secolo a. C.
Augusto promosse il secondo censimento dividendo l’Italia in undici province: il
Veneto e l’Istria costituirono la Decima Regio. Dell’importanza del
Veneto “territorio fiorente, ricco e romanizzato” si ha una testimonianza in
Cicerone che lo definisce Flos ac robur Italiae. In quel territorio si
svilupparono importanti località: Padova, Aquileia, Treviso, Adria, Este, Verona
e altre.
La lingua utilizzata per le leggi e il diritto era il latino, nella
vita quotidiana invece una lingua riconducibile al latino volgare derivata dalla
fusione tra la parlata veneta e il latino. Di tutto riguardo la letteratura,
primo fra tutti Tito Livio: peccato che siano andati perduti gli annali di Volusio: forse la loro conoscenza poteva permetterci di correggere il giudizio
negativo dato da Catullo.
Nel sesto capitolo si ipotizzano le origini di
Venezia: probabilmente gente che fuggiva dalle invasioni barbariche e si rifugiò
sulle oltre cento isole che poi costituiranno la città, nel giro di pochi secoli
assurta a grande splendore. L’opera è illustrata con tavole a colori che sovente
riproducono pitture.
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