Fuga dal bunker
Narrativa. Un
romanzo di fantapolitica, ma poi non tanto: ipotesi suggestiva quella suggerita
dall’autore. Il dittatore tedesco non si sarebbe suicidato, ma sarebbe fuggito:
Stalin addirittura pensava che fosse nascosto in Gran Bretagna.
Atteniamoci
dunque alla interessante trama del romanzo. A Bernd Hayeck, SS-Untersturmführer,
viene ordinato di organizzare l’ultima resistenza per fronteggiare le truppe
sovietiche ormai prossime al bunker. La fede di questo nazista subisce però una
prima incrinatura, a differenza di quel che accade nel Requiem tedesco di
Borges, allorché viene a conoscenza dei crimini di guerra perpetrati su inermi
popolazioni.
Commette però una imprudenza, affidando a un quaderno rosso le sue
considerazioni. Arriva perfino a ipotizzare un attentato. Nel frattempo si sta
preparando il piano di fuga per il Führer, affinché non cada nelle mani di
Stalin, che vorrebbe portarlo come trofeo di guerra ed esporlo al popolo sulla
Piazza Rossa. Il colpo di scena davvero ingegnoso si avrà com’è consuetudine
nella parte finale del libro.
Con uno stile realistico e incalzante l’autore
riesce persino a trasmettere il fascino perverso del dittatore (capitolo
quindicesimo) che eserciterà anche su Hayek, protagonista e chiave di tutta la
vicenda.
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