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Geografia interiore
Poesia. Giovanni Sato è un noto oculista specializzato in
ipovisione. Nel 1995 esce con una prima raccolta poetica (Intonazioni) e
nel 2008, dopo aver pubblicato nelle antologie annuali dei poeti padovani, viene
invitato a far parte del Gruppo letterario Formica Nera, del quale diviene
promotore. Da allora si sono susseguite diverse raccolte, tra cui Canzoni
nel tempo dell’amore (Panda Arte, 2012), artistico volume illustrato e con
traduzione inglese di Adeodato Piazza Nicolai.
Questa nuova silloge, che appare
nell’affermata collana diretta da Paolo Ruffilli, conserva la cifra peculiare
dell’autore, ma presenta una maggiore limpidezza dello stile, ove a tratti
emergono spunti lessicali tipici e versi ancora memori della metrica italiana,
come il non comune endecasillabo dattilico: “Muove farfalla il suo volo
nell’alba” — il primo verso costituisce anche il titolo. E poeticamente egli si
definisce: “L’uomo con la penna in mano | scrive | nell’attesa di un cielo” (Nell’oltre).
In possesso quindi di una solida tecnica la sua poesia segue due linee
fondamentali: l’idea, ovvero il concetto metafisico secondo cui il mondo non si
esaurisce nella realtà sensibile, e la natura, filtrata però da una geografia
interiore che rappresenta il viaggio dell’anima, del suo procedere entro un
illimitato organismo, materico e spirituale, mai del tutto conosciuto o
conoscibile. La parola dunque ci è data per cogliere l’ineffabile bellezza, il
modello assoluto originato da un sovraente, perciò essa risiede nell’immagine
percepibile trasfigurata dall’altrove, luogo di una possibile utopia
d’estrema purezza: “è un turbinare di coralli | fuori dall’acqua per mostrare |
l’interiore volto degli Spiriti delle pietre” (A domani).
Attraverso la
scrittura si perviene alle più sottili sfumature dell’io, ma
paragonandoci alla foglia che cade e “sembrando infinita | la sua vita”
ritroviamo il nostro essere precario, per dissolverci in una dimensione
che il verbo creatore fa oggi intravedere e domani forse comprendere: “Noi come
loro | traslati | di metafore aeree” (Le stagioni della foglia).
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Recensione |
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