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Il marito
paziente
Narrativa.
Introducendo questo romanzo l’autore si augura “che nessuno pretenda di
riconoscersi”, forse perché non pochi sono i mariti che portano pazienza
lamentandosi delle rispettive consorti. Considerando il romanzo nel suo insieme
c’è da rilevare una struttura anomala, indubbiamente originale, in cui si
intrecciano messaggi e oroscopi in un contesto temporale che parte dal 1973.
Il
protagonista ha scelto una moglie assai più giovane di lui, e questa può essere
un’arma a doppio taglio. Ma è il rapporto con Serena a risultare piuttosto
complicato, con vari periodi e anche ritorni, in un alternarsi di situazioni
senza avere certezze. Siamo nel 1978, l’autore scrive in questa specie di diario
annuale: “Nelle parole diverse mi ritrovo uguale, neppure di un capello sono
mutato” e ciò indica uno stile, se pur non conosciamo i precedenti lavori
di Nigri. Se l’idea rimane pressoché identica, è l’aspetto corporeo a cambiare,
poiché il tempo passa e lo stesso protagonista se ne accorge (1990).
Quindi, e
siamo nel 2000, “lottare con l’invecchiamento” è sempre una battaglia persa. Poi
si va in pensione nel 2006 e parafrasando le intenzioni espresse potremmo dire:
così deve essere (Ess muss sein). Uno spunto sulla editoria di oggi lo
troviamo nel decimo capitolo, e in effetti non siamo lontani dal vero. Le ultime
tre pagine rappresentano una summa del romanzo: tanti sono i modi per
esprimere quella malinconia che troviamo in ogni rapporto d’amore.
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Recensione |
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